Pensioni

Esodati significato: le soluzioni e le prospettive

Con il termine Esodato si indicano coloro i quali hanno interrotto il proprio rapporto di lavoro in seguito a problemi della loro azienda, ma che non hanno ancora maturato il diritto alla pensione a causa di modifiche dell’età pensionabile con innalzamento dei requisiti per accedere al trattamento pensionistico. Sugli esodati ultime notizie Inps riguardano l’ottava salvaguardia. Gli esodati possono quindi essere considerati una sorta di disoccupati, generalmente over 50, che non ha lo stipendio per lunghi periodi. Ma per gli esodati significato e valore sono andati oltre la semplice definizione. Sono diventati il simbolo di un’ingiustizia.

Spesso gli esodati sono coloro i quali hanno dato le dimissioni in cambio di un incentivo economico aspettando l’età della pensione. Il problema è che i tempi dell’attesa sono cambiati successivamente. Questo cambio delle regole in corsa con l’allungarsi del periodo del tempo di attesa per ottenerla, crea problemi economici, malumori e difficoltà oltre a essere vista come una palese ingiustizia e lesione dei diritti.

Chi sono gli esodati

Gli esodati sono in genere coloro i quali avrebbero dovuto maturare i requisiti per andare in pensione nel 2012 con possibilità di pensionamento dal 2013 in poi. In base a questa promessa o accordo, questi lavoratori hanno accettato il cosiddetto “esodo volontario”. Gli esodati sono una categoria creata dall’ultima riforma delle pensioni del ministro del Lavoro Elsa Fornero che ha innalzato però a 62 anni l’età minima per smettere di lavorare, allungando quindi il tempo di attesa.

Soluzioni per gli esodati

Per porre parzialmente rimedio alla categoria degli esodati, sono state approvate sei salvaguardie, finalizzate a tutelare i 170mila lavoratori esodati. Le sei salvaguardie sono state arricchite con la normativa di attuazione, il quadro riassuntivo e le ultime novità provenienti dall’Inps.

Le discussioni sul tema dei lavoratori esodati sono iniziate da oltre 2 anni e il legislatore ha approvato numerosi provvedimenti. Sono comunque finora sei le salvaguardie approvate ma potrebbero arrivare presto a sette per porre rimedio ai danni fatti dalla legge Fornero.

Settima salvaguardia

La legge di stabilità per il 2016 (legge 208/2015) ha pensato a una nuova salvaguardia, la settima, che dovrebbe sanare la posizione di 26.300 lavoratori esodati. Se tutto dovesse andare secondo i piani, dovrebbero rimanerne fuori altrettanti sanabili con un’ottava salvaguardia, al momento tutta da confermare. Gli esodati della settima salvaguardia derivano dal riciclo dei contingenti numerici previsti con le vecchie salvaguardie, che erano rimasti sottoutilizzati.

La legge che regola la settima salvaguardia è entrata in vigore ufficialmente il 1° gennaio 2016. Dall’inizio dell’anno dunque gli aventi diritto o chi spera di esserlo, hanno 60 giorni fino al 1° Marzo 2016 per presentare istanza di accesso all’Inps o alle Direzioni Territoriali del Lavoro. La domanda va presentata a un ente o all’altro a seconda del proprio profilo di tutela. I mobilitati e autorizzati ai volontari dovranno presentare istanza all’Inps, gli altri alle DTL.

Prepensionamento Fornero

Ci si può ritirare dal lavoro se si è dipendenti e se si è a meno di quattro anni dalla pensione. In questo caso si percepisce nel frattempo un trattamento dall’INPS finanziato dall’azienda, pari all’assegno che percepirà quando andrà in pensione. E’ possibile previo un accordo sindacale.

La Settima salvaguardia esodati che dovrebbe consentire a molti lavoratori di accedere alla pensione sfruttando la normativa precedente alla riforma Fornero scade il prossimo primo marzo. Questo il termine ultimo per provare a tutelare 26.300 lavoratori rimasti disoccupati e in attesa di accedere alla pensione. Una salvaguardia che consentirà a questi lavoratori di unirsi ai 170 mila che hanno già usufruito dei precedenti ‘salvagenti’ approvati dal Parlamento.

Come rivolgersi all’Inps

Gli aventi diritto devono fare domanda all’Inps tramite il sito ufficiale. Chi non è sicuro di sapere come fare, farebbe meglio a chiedere aiuto ai patronati. I lavoratori interessati sono quelli indicati alle lettere a) e b) del comma 265 dell’articolo 1. In caso la vostra domanda venisse rifiutata, avrete trenta giorni dal ricevimento dello stesso provvedimento, per presentare istanza di riesame presso la sede Inps competente.

Chi deve presentare la propria domanda alle D.T.L. (Direzioni Territoriali del Lavoro), categorie dei lavoratori di cui si parla alle lettere c), d) ed e) del comma 265, articolo 1 può anticipare la trattazione del conto presentando domanda anche all’Inps, sempre con la stessa procedura online. Ma la presentazione della domanda all’Inps va aggiunta a quella da presentare alla D.T.L. e non la sostituisce.