Pensioni

Novità pensioni precoci con 41 anni di contributi: almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del compimento del 19° anno di età

La riforma dei lavoratori precoci consente agli uomini e le donne con almeno 41 anni di contributi di andare in pensione prima, purchè abbiano il requisito di almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del compimento del 19° anno di età entro e non oltre il 31 dicembre 1995.

Le pensioni precoci riguardano quei lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima dei 20 anni di età. Questo comporta che raggiungono i 42 anni di contributi ma non i 62 anni d’età, e per questo si trovano in un limbo scaturito dalle ultime leggi sul sistema previdenziale.  Ciò vuol dire che sarebbero esclusi dall’applicazione delle nuove norme contenute nella manovra di dicembre. Per i lavoratori precoci l’anzianità contributiva potrà scaturire unicamente dalla prestazione effettiva di lavoro. Quindi saranno inclusi i periodi di maternità, gli infortuni, la leva e la cassa integrazione ordinaria.

Spesso nascono equivoci su chi sono i lavoratori precoci: è bene capire che sono coloro i quali possono far valere almeno un anno di versamenti assicurativi obbligatori prima del compimento dei 19 anni di età.

Al momento per i lavoratori precoci non è prevista alcuna decurtazione sulla quota retributiva della pensione qualora si tratta di soggetti di età inferiore a 62 anni. Conviene comunque sempre chiedere conferma della propria situazione alla sede Inps di competenza.

Bisogna tenere presente che il pensionamento anticipato, sia con 35 anni o con 33 anni di contributi nell’anno 2014 avverrà in data successiva all’anno 2017, con una età anagrafica superiore a 62 anni. In questo caso il trattamento pensionistico non subirà decurtazioni.

Spesso un esempio può essere molto più esemplificativo: mettiamo il caso di una impiegata dipendente pubblica, nata il 16/2/1955, e lavoratrice precoce. Il soggetto in questione ha nell’anno 1995, 18 anni di lavoro e compie 41 e 4 mesi il 2/5/2013. Questa lavoratrice con le leggi attuali viene penalizzata fino al compimento dei 62 anni?

Ebbene la lavoratrice precoce in questione, dal momento che può far valere almeno un anno di versamenti assicurativi obbligatori prima del compimento dei 19 anni di età, e andando in pensione prima del compimento dei 62 anni di età prima dell’anno 2018, potrà ottenere la pensione con assegno integro. Infatti ai fini della decurtazione della pensione, con un’età inferiore a 62 anni, l’art. 4, comma 2-quater della legge 14/2012, sancisce che la penalizzazione non trova applicazione per quei lavoratori che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017.

Ciò a patto che l’anzianità contributiva raggiunta derivi esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro. Sono dunque compresi i periodi di astensione obbligatoria per maternità, i periodi riscattati per omissione contributiva, l’assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni ordinaria. Chi non vuole correre il rischio di incorrere nella penalizzazione pensionistica dovrebbe svolgere attività lavorativa per la durata del periodo non compreso nei casi sopra citati. Bisogna anche tenere presente che l’eventuale penalizzazione non cessa al compimento dei 62 anni. Ma ovviamente è bene valutare caso per caso.