Novità pensioni precoci: lavorazione delle domande in regime sperimentale presentate dalle lavoratrici che hanno perfezionato i prescritti requisiti
La pensione anticipata per quel che riguarda le donne è garantita alle nate sino al 30 settembre 1958 (1957 se autonome). Vale il pieno superamento delle indicazioni contenute nelle circolari nn. 35 e 37 del 14 marzo 2012 e del messaggio n. 9231 del 28 novembre 2014. Nella parte in cui fissa alla data del 31 dicembre 2015 il termine ultimo entro il quale deve collocarsi la decorrenza della pensione di anzianità ai sensi dell’articolo 1, comma 9, della legge 23 agosto 2004 n. 243.
Secondo la Circolare Inps di marzo 2016, le Sedi territoriali devono procedere alla lavorazione delle domande in regime sperimentale presentate dalle lavoratrici che hanno perfezionato i prescritti requisiti entro il 31 dicembre 2015 e la cui decorrenza della pensione si colloca successivamente alla predetta data. Il Governo si gioca molto sul tema pensioni. Al momento la concentrazione è sul referendum. Renzi ha questa come preoccupazione principale. Ma poi i problemi del Paese torneranno quelli quotidiani. Le ultimissime pensioni non sembrano beneficiare di grandi novità.
Conclusioni
E tra questi c’è il tema previdenziale. Lo sforzo del Governo è evidente. Ma la sensazione è che ancora poco si stia facendo. La questione esodati, ad esempio, scotta. Il fatto che l’ottava salvaguardia non sia definitiva lascia perplessi. Dopo una serie di misure importanti, sette salvaguardie, ci si aspettava di più. Ci si chiede infatti come sia possibile lasciare in sospeso una situazione simile. La riforma Fornero non può essere cancellata, ma porre rimedio ad alcuni difetti è indispensabile. In questo senso gli esodati dovrebbero diventare un ricordo. Troppe incertezze ancora sul tema. Comprensibile come la Rete sia sul piede di guerra. Un passo falso che presta il fianco a critiche. La Legge di stabilità ha compiuto sforzi notevoli. Le ultimissime pensioni restano ancora lontane dalle esigenze dei cittadini.
Ape e Referendum
Importante anche la gestione della novità Ape. Può essere una soluzione importante, ma va ponderata. I detrattori temono l’ingerenza di banche e finanziarie. E’ una soluzione, o creerà altro indebitamento? E poi c’è la questione etica. La pensione dovrebbe essere un diritto. Il fatto che si debba in qualche modo pagare per averla, pesa. Chiedere la pensione in prestito, psicologicamente, non aiuta.
Non si può biasimare chi avrebbe voluto altri provvedimenti. Ci sono poi altre questioni in sospeso. L’Opzione donna è una di queste. Altra categoria fortemente penalizzata dalle ultime novità degli anni passati. Come detto si intravedono miglioramenti. Sono sufficienti? Solo il tempo lo dirà. Renzi può prendere tempo fino al Referendum. E’ quello al momento l’appuntamento più importante.
Per il Governo e per la vita politica italiana. Ma è un referendum che cambia poco la quotidianità degli italiani. La questione pensioni è sicuramente più concreta e pressante. E’ su questo che il futuro del Governo si gioca una delle partite più importanti. Troppi rinvii negli ultimi anni. Ora si vede qualcosa di più concreto. Ma il Governo per prima sa che non basta. Perchè nei prossimi anni i danni fatti in passato continueranno a far sentire i loro effetti. Sui conti dello Stato e nelle tasche degli italiani. Le prospettive non sono delle migliori.
Con gli interventi di flessibilità allo studio in Manovra aumenterà “il debito pensionistico di circa 20 miliardi”. Lo sostiene il Presidente Inps Tito Boeri. Parlando dei costi che dovranno essere sostenuti per l’Ape social e gli interventi sulla 14ma mensilità. Boeri sostiene che a produrre nuovi costi sarebbero le misure di flessibilità e i costi accessori a quest’ultime: “non è detto che dopo il 2018 sarà così facile interrompere l’Ape social”.