Pensioni di reversibilità a rischio: aggressione all’assegno che riguarda soprattutto le vedove
Il Governo non ha intenzione di toccare le pensioni di reversibilità. Dunque l’allarme lanciato nelle scorse settimane su un’aggressione all’assegno che riguarda soprattutto le vedove può iniziare a rientrare. E’ iniziato oggi, nelle Commissioni riunite Lavoro e Affari sociali della Camera, l’iter della delega del Governo sul contrasto alla povertà.
Intanto monta la protesta dei lavoratori precoci e non solo. I lavoratori vogliono, entro fine anno, l’abbassamento delle soglie contributive che garantiscono la possibilità di accedere alla pensione indipendentemente dal requisito anagrafico. Si spera di portarle a 41 anni di contributi, un passo in avanti rispetto alla situazione attuale che prevede 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Il tutto con lo spettro della penalizzazione che dovrebbe tornare in vigore. Si tratta di una proposta in discussione in questi giorni presso la Commissione Lavoro della Camera. Una proposta che fa parte di una serie di misure volte a migliorare la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro senza eccedere troppo con le penalizzazioni. Ma il Governo per il momento non sembra essere troppo d’accordo.