Pensioni precoci 2023: in salita a strada per quota 41
Non ci sono buone notizie per quel che riguarda le pensioni precoci. In attesa di risposte concrete sulla riforma pensioni, il governo non sembra avere intenzione di intervenire sul tema. In queste ore i precoci incassano un nuovo “no” sul tema Quota 41. Notizia che mette i sindacati ancor più sul piede di guerra, dopo le manifestazioni dei giorni scorsi.
La quota 41 è una soluzione sponsorizzata da Damiano e ben accetta da precoci e sindacati. L’Inps intanto spinge per interventi sulla flessibilità delle pensioni in uscita, senza dimenticare le sue idee sul contributivo, con tagli alle pensioni più alte e ai vitalizi. Il passaggio al contributivo potrà essere così finanziato senza l’aumento della spesa pubblica.
Tornando ai lavoratori precoci, al momento la riforma delle pensioni con la Quota 41 non è attuabile. Troppo costosa per le deboli casse dello Stato. La colpa è delle pensioni concesse negli anni passati con basse contribuzioni, che adesso gravano su conti dello Stato. La battaglia prosegue anche sul fronte di proposte come uscita anticipata dal lavoro, oltre che della Quota 41.