Pensioni

Busta arancione Inps a chi arriva: rendere consapevoli i cittadini del legame tra contributi versati e futuro previdenziale

Le buste arancioni contengono le simulazioni della pensione futura di alcune categorie di lavoratori italiani. Un progetto voluto fortemente dall’INPS che tramite le Poste sta inviando 150 mila “buste arancioni”. Queste lettere contengono l’estratto conto contributivo e la simulazione standard della pensione futura, un modo per rendere gli italiani consapevoli di cosa gli aspetta ed eventualmente correre ai ripari.

Si tratta di un progetto che consentirà di “raggiungere chi non è digitalizzato invitando queste stesse persone a munirsi di spid”, il pin unico per accedere ai servizi on line. L’Inps ritiene tutto ciò un progetto di trasparenza per cancellare «il fatto gravissimo» di venti anni in cui, sulle pensioni, a causa di poca comunicazione, «i contribuenti sono stati indotti a fare delle scelte sbagliate».

Le buste arancioni consentiranno ai lavoratori che le riceveranno di verificare i contributi versati finora all’INPS, conoscere la data in cui si avrà diritto ad andare in pensione di vecchiaia o anticipata, calcolare l’importo stimato della pensione. Il lavoratore potrà anche ottenere una stima del rapporto fra la prima rata di pensione e l’ultimo stipendio, quello che in gergo viene definito tasso di sostituzione.

Secondo quanto comunicato dall’Inps, i destinatari delle buste sono 7 milioni di italiani del settore privato che non hanno il PIN, vale a dire il codice per l’accesso online al sito dell’INPS per la simulazione della pensione. La busta sarà ricevuta anche dai dipendenti pubblici, che però riceveranno le informazioni insieme al cedolino.

Come detto il numero uno Inps Tito Boeri ritiene questo progetto fondamentale: «Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito ad una sorta di ignavia di Stato», per cui «nell’arco di sei legislature, da quando è stata varata la riforma Dini», che ha sancito il passaggio dal sistema di calcolo pensionistico retributivo a quello contributivo «non si è voluto informare i cittadini del cambiamento». «È importante – ha sottolineato – rendere consapevoli i cittadini del legame tra contributi versati e futuro previdenziale: se i contributi vengono percepiti come risparmio forzoso invece che come tasse, allora diventano parte del nostro pacchetto retributivo».

Boeri ha anche parlato della necessità della flessibilità in uscita: “l’intervento sul sistema pensionistico per introdurre la flessibilità in uscita “andrebbe fatto adesso” e “se si facesse con la legge di Stabilità, andrebbe certamente bene, ma non andrebbe bene intervenire tra tre anni”.