Prestito per pensionati Inps: il lavoratore potrà andare in pensione prima del termine previsto
Il prestito pensionistico pagato dalle banche potrebbe presto diventare realtà. Al momento costituisce la strada più praticabile per una riforma pensioni che metta mano alla legge Fornero. L’Anticipo pensionistico sembra al momento la soluzione migliore, anche se in molti storcono il naso dal momento che sarebbe l’ennesima delega alle banche.
Restano in piedi le proposte di 4 anni di sconto con un taglio del 2% annuo, e quella di 3 anni di anticipo con una decurtazione del 3% annuo. Ma sono proposte onerose per lo Stato, considerato che costerebbero 8,5 miliardi la prima e 3 miliardi la seconda. Il prestito pensionistico sembra invece sostenibile per le casse dello Stato. Bisogna anche considerare che qualunque proposta deve passare al vaglio di Bruxelles, e questa potrebbe avere qualche chance.
Ma come funzionerebbe? I lavoratori riceverebbero dalle banche un assegno provvisorio di importo ridotto. In questo modo non ci sarebbero spese immediate per lo Stato e il lavoratore potrà andare in pensione uno, due o tre anni prima del termine previsto. L’assegno verrà poi restituito a rate una volta maturati i requisiti pieni per la pensione. Questo giro di moneta chiamato APE costerebbe solo qualche centinaio di milioni di euro allo Stato.
Non è ancora una soluzione definitiva, perchè ancora molti sono i dettagli da limare: come ci si regola in merito al rischio morte prematura del pensionato? Si parla di un’assicurazione per coprire questa eventualità, ma ovviamente non sarebbe a costo zero.
Ci si chiede poi cosa accadrebbe in caso di anticipo: si pagheranno i contributi figurativi per il periodo di percezione dell’assegno anticipato o no? Bisogna poi stabilire a carico di chi sarebbero gli interessi da versare alla banca.
I detrattori pongono anche un’altra questione: in caso di assegno del pensionato basso, sotto gli 800 euro al mese, l’applicazione della decurtazione e dei costi accessori farebbero lievitare il costo dell’operazione in maniera sproporzionata. Insomma la sensazione è che con questa manovra, la pensione diventerebbe un affare di soggetti particolari come banche e assicurazioni, e difficilmente i lavoratori sarebbero tutelati.