Pensioni

Riforma Fornero cosa prevede: flessibilità si accompagna a pensione retributiva che viene pagata in una parte sostanziale da altri

Quando ai pensionati si fa il nome di Elsa Fornero si ottiene una reazione spesso simile a quella del fumo negli occhi: ma l’ex Ministro del Lavoro, autrice della Riforma del 2011 oggetto di molte critiche, continua a dire la sua sugli interventi presenti e sui piani futuri del governo. Nello specifico, la Fornero ha espresso perplessità sulle ipotesi di Riforma che circolano in queste settimane. Secondo l’ex ministro, gli interventi non potranno essere significativi in quanto non ci sono coperture sufficienti, più o meno le stesse motivazioni che la costrinsero a intervenire in modo duro sulle pensioni quando era in carica, con provvedimenti di cui ancora oggi molti pagano le conseguenze.

La Fornero spiega che “i progetti di riforma sono condivisibili purchè si trovino le necessarie coperture”. La Commissione Lavoro della Camera dei Deputati sta discutendo misure attorno alle quali la Fornero vede incertezze: “io non credo che creeranno lavoro per i giovani. Abbiamo la dimostrazione empirica che politiche di pensionamento anticipato che sono state molto usate in passato non abbiano in realtà aiutato l’occupazione nei dei giovani nè delle donne. Siamo ancora un Paese con il più alto tasso di disoccupazione giovanile e con un tasso di donne che lavorano molto basso. L’aumento dell’occupazione non può che venire dagli investimenti e dalla buona regolamentazione del mercato del lavoro. Ricorrere ancora allo strumento previdenziale con la scusa che mandando in pensione qualcuno si possa far entrare qualcun altro significa creare una illusione per i più giovani. La flessibilità in sé è una cosa buona ma la flessibilità che maschera un aumento del debito è una cosa cattiva”, sostiene la Fornero.

Per l’ex ministro del Lavoro niente abbassamento dell’età di pensionamento. Utile invece sarebbe agevolare il pensionamento per lavoratori precoci e per chi svolge lavori usuranti: “Possono esserci delle eccezioni ma questa non deve essere la regola. Quando la flessibilità si accompagna a una pensione retributiva che viene pagata in una parte sostanziale da altri e non dal lavoratore che accede a quel tipo di pensione in una età ancora giovane è molto discutibile. Diverso è il caso delle pensioni contributive, dove la flessibilità si accompagna alla responsabilità. Se uno si è pagato la propria pensione e vuole andare in pensione prima, è giusto che lo faccia. Ci portiamo sempre dietro quella eredità negativa di pensioni che non corrispondono ai contributi versati per la generalità dei lavoratori”.