Anticipo pensionistico 2022: uscita anticipata dal lavoro fino a tre anni
La flessibilità in tema pensionistico è una priorità per il governo, insieme alla questione esodati e all’approvazione dell’ottava salvaguardia. La sensazione è però che non si sia ancora presa la strada giusta. L’Anticipo pensionistico è sistema che propone un’uscita anticipata dal lavoro fino a tre anni. Qualcuno applaude la proposta, altri la assimilano all’anticipo del Tfr in busta paga, disertato perché troppo oneroso.
Chi potrà usufruire dell’anticipo pensionistico? Il prestito non si rivolge soltanto alle classi ’51, ’52 e ’53 ma anche a tutti quelli che raggiungeranno i 63 anni e 7 mesi, vale a dire tre anni prima dei requisiti pieni.
Altra domanda che molti si pongono è quali penalizzazioni sull’assegno pensionistico c saranno con l’Ape. Al momento si sa che saranno progressive in base al reddito. Si parla del 2-3% per ogni anno di anticipo fino al 5-8%.
Ma non si è ancora arrivati a una decisione definitiva. «Naturalmente chi prende l’assegno non paga i contributi negli anni dell’anticipo e dunque la sua pensione verrà riparametrata» dicono da Palazzo Chigi. Bisogna poi mettere in contro le rate del prestito da restituire come trattenuta sull’assegno una volta raggiunti i requisiti della pensione ordinaria. Cosa che coinvolge banche e assicurazioni, il che non convince del tutto. Non ci sono conferme invece per quel che riguarda la penalizzazione che graverebbe solo sulla quota retributiva dell’assegno.
Esempio: su un assegno mensile di 1.500 euro il pensionato potrebbe perdere fino a un terzo per un anticipo di tre anni. In questo caso infatti bisognerebbe considerare la restituzione del prestito in 15 anni con un tasso fisso del 3,5%).