Quattordicesima pensionati redditi da considerare: on comporta perdere o veder ridotti i benefici come l’integrazione al trattamento minimo o l’assegno sociale
I pensionati ultra 64enni con redditi personali bassi riceveranno una somma oscillante tra i 336 euro e i 504 euro. Si tratta della quattordicesima prevista dal decreto legge 81/2007. Una cifra che di certo aiuta a far quadrare i conti, particolarmente comoda in questo momento dell’anno. Da capire, aspettando la pubblicazione della Circolare dell’Inps attesa per i primi di luglio, a chi sarà riservata nello specifico. Le indicazioni sono che per quest’anno il bonus spetterà ai pensionati con almeno 64 anni titolari di uno più trattamenti pensionistici posti a carico dell’assicurazione generale obbligatoria, delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative della stessa. La condizione è che si percepisca un reddito personale inferiore a 9.787 euro, cioè inferiore a 1,5 volte il trattamento minimo Inps per l’anno in corso (501,89 €).
La quattordicesima sarà invece riservata, parzialmente, ai titolari di redditi sino a 10.290 euro annui. Ogni pensionato percepirà una cifra variabile a seconda dell’anzianità contributiva complessivamente maturata. Sono previsti tre scaglioni fissi: 336 euro; 420 euro o 504 euro. Queste tre cifre corrispondono, rispettivamente, a pensionati con 15 anni di contributi, 25 anni di contributi o più di 25 anni di contribuzione. Per gli autonomi i requisiti di contribuzione sono innalzati di tre anni.
L’aumento spetta, in misura proporzionale, ai pensionati che compiono il 64° anno di età entro il 31 dicembre dell’anno di erogazione. In questo senso si fa riferimento ai mesi di possesso del requisito anagrafico, compreso il mese di raggiungimento dell’età.
La buona notizia è che la quattordicesima è agevolata dal punto di vista fiscale, dal momento che non costituisce reddito nè ai fini Irpef né ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali e assistenziali. Quindi incassare la quattordicesima non comporta perdere o veder ridotti i benefici come l’integrazione al trattamento minimo o l’assegno sociale o altre indennità erogate nei confronti degli invalidi civili per un incremento del reddito limite previsto dalla legge per tali prestazioni.
Però incassare la quattordicesima comporta l’esclusione, per un importo pari a 156 euro, dell’incremento delle maggiorazioni sociali di cui all’articolo 38 della legge 28 dicembre 2001, n. 448 (il cd. incremento al milione).
Limitatamente al reddito, bisogna considerare le somme percepite di qualsiasi natura, compresi i redditi esenti da imposta e quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o ad imposta sostitutiva. Non vanno considerati i redditi derivanti dall’assegno per il nucleo familiare ovvero dagli assegni familiari e dall’indennità di accompagnamento. Esclusi anche i redditi derivanti dalla casa di abitazione, dei trattamenti di fine rapporto comunque denominati e delle competenze arretrate sottoposte a tassazione separata.
In attesa di ultime notizie sulle pensioni, in particolar modo riguardanti l’ottava salvaguardia per gli esodati, oltre che novità per le donne, i precoci e sulle pensioni di vecchiaia e sulla pensione anticipata, il Presidente della Commissione Lavoro Damiano: “Suggeriamo al Governo, quando parla degli 80 euro ai pensionati, di dire cose definitive e di non ripetere l’errore degli incapienti come è accaduto con i lavoratori dipendenti che dovranno restituire il bonus, per i quali occorre trovare una soluzione. Anche perché, se si vogliono aumentare le pensioni più basse, non bisogna dimenticare che i pensionati incapienti sono oltre un milione di persone. Li vogliamo escludere? Allora non parliamo di aumento degli assegni più poveri”. “C’è già un meccanismo ampiamente collaudato e positivo introdotto dal Governo Prodi la quattordicesima per i pensionati fino a 700 euro al mese, che ammonta mediamente a 400 euro all’anno (differenziati sulla base dei contributi versati) erogati, dal 2008, nel mese di luglio. Accadrà anche quest’anno. Basterebbe alzare il tetto a 1.500 euro mensili e la quattordicesima annuale a 1.000 euro e si avrebbe una misura efficace e largamente condivisa”. “Non è sempre necessario ripartire da zero: se ci sono buone leggi, fatte da altri, non è disdicevole adottarle e migliorarle. Anzi, sarebbe un segno di intelligenza”.