Pensioni

Riforma pensioni 2023 ultime notizie: le novità influiscono sul calcolo pensioni dei quota 41

La riforma pensioni è un necessità impellente che il Governo deve affrontare per risolvere una serie di questioni spinose che stanno condizionando pesantemente una larga fetta della popolazione. L’Italia non è un Paese per giovani, e questo è di per se un problema. Ma il fatto che alla parte più numerosa degli italiani, i pensionati, non si tributi la giusta attenzione è un’aggravante che non può essere più tollerata a lungo. Quando si parla di previdenza si fa riferimento alla riforma pensioni 40 anni contributi, uno dei temi più scottanti.

Ma ci sono altre categorie, svantaggiate, meritevoli di tutela: e infatti la riforma pensioni precoci e usuranti li tiene sempre in particolare considerazioni. Sulle pensioni ultima ora e aggiornamenti arrivano di continuo, anche se non nella quantità che i dirette interessati spererebbero.

Le novità influiscono sul calcolo pensioni dei quota 41. La legge Fornero pensioni ha cambiato forse per sempre la visione del sistema previdenziale italiano. Sarà difficile sconfessarla completamente, ma le ultimissime sulle pensioni dicono che alcuni aspetti particolarmente penalizzanti vengono piano piano rimossi.

Riforma pensioni 

L’Inps ha iniziato a fare chiarezza sulla Riforma pensioni 2017 realizzando otto schede contenenti le principali novità contenute nella legge di bilancio. Una delle prime notizie da rimarcare è che la rata di restituzione del prestito nel caso di anticipo pensionistico di mercato sarà applicata anche sulla 13^ mensilità della pensione. Ciò vuol dire che si arriva a un totale di 260 rate mensili sui 20 anni successivi all’entrata nel mondo della pensione.

L’APE, prestito pensionistico volontario sarà possibile grazie a un prestito ottenuto da una banca suddiviso in quote mensili per 12 mensilità. La garanzia sarà la pensione di vecchiaia. Hanno diritto a richiedere l’Ape i lavoratori dipendenti pubblici e privati, i lavoratori autonomi e gli iscritti alla gestione separata. Niente da fare invece per i liberi professionisti iscritti alle Casse professionali.

I requisiti sono

  • almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi
  • maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi
  • importo della futura pensione mensile, al netto della rata di ammortamento per il rimborso del prestito richiesto, pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo dell’assicurazione generale obbligatoria
  • non essere titolare di pensione diretta o di assegno ordinario di invalidità.

Per avere diritto al prestito, non è necessario aver smesso di lavorare. E’ necessario invece per chi vuole aderire all’APE sociale.

Completati i vent’anni di restituzione a rate, la pensione sarà percepita per intero. Si può anche estinguere anticipatamente il prestito, che viene coperto da una polizza assicurativa obbligatoria per il rischio di premorienza. In caso di decesso l’assicurazione versa alla banca il debito residuo. Il prestito è erogato per un periodo minimo di sei mesi e fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia.

L’entità del prestito sarà proporzionale all’importo della pensione di vecchiaia e sarà erogato mensilmente per 12 mensilità all’anno senza prelievo fiscale.

Anticipo Agevolato

Per avere diritto all’APE sociale, il lavoratore deve avere età non inferiore a 63 anni e trovarsi a non più di 3 anni e 7 mesi dal pensionamento di vecchiaia. Una brutta notizia per i lavoratori nati nel 1955, già esclusi dall’APE volontario.