Pensionamento anticipato dipendenti pubblici: estendere il piano costerebbe 500-600 milioni alle casse dello Stato
La riforma delle pensioni è tra i primi temi all’ordine del giorno del Governo, finalmente, e uno dei punti da discutere riguarda il piano Ape per gli statali.
Fondamentale passaggio quello relativo alla discussione con i sindacati. In questo senso l’argomento dei pensionamenti anticipati, di “Rita” e dell’estensione dell’Ape anche ai dipendenti pubblici è tra le priorità. Con il piano Ape si potrebbero reperire le coperture per consentire la pensione anticipata anche i dipendenti del pubblico impiego.
Le ultime notizie sulle pensioni sono legate a doppio filo con la risoluzione dei problemi causati dalla Riforma Fornero, basti pensare agli esodati.
Quest’anno la Riforma Pensioni introdurrà, tra le altre, una importante novità costituita dalla cosiddetta RITA, vale a dire la rendita integrativa temporanea anticipata molto vicino ai principi di funzionamento dell’ape, prestito pensionistico anticipato.
Tra le cattive notizie c’è la possibilità che l’Opzione donna non sia più prevista. Di positivo c’è la possibilità di abbassare il tasso d’interessi dei prestiti per l’anticipo pensionistico. Per quel che riguarda i dipendenti pubblici, la speranza è riuscire ad estendere il piano Ape per ottenere il pensionamento anticipato anche per i dipendenti statali.
Il piano Ape potrebbe essere esteso con incentivi per il pensionamento anticipato anche ai dipendenti pubblici. Il Governo pensa sia possibile estendere il piano anche ai dipendenti del settore pubblico: costerebbe 500-600 milioni alle casse dello Stato.
Altro argomento caldo la rendita integrativa temporanea anticipata “Rita” ai dipendenti pubblici. Consentirebbe ai lavoratori over 63, che abbiano aderito alla previdenza complementare e vogliano utilizzare la flessibilità in uscita, di incassare parte dell’assegno pensionistico integrativo. Ciò consentirebbe ridurre l’impatto del prestito del piano pensionistico anticipato.
L’Ape invece è ancora tutta da delineare, considerato che il Governo non ha chiarito bene chi saranno i beneficiari del piano pensionistico anticipato. Le critiche maggiori riguardano il fatto che si coinvolgerebbero figure come compagnie assicuratrici e banche in un campo delicato come quello pensionistico. Da capire con quali formule verrà restituito il prestito e soprattutto se si riuscirà a modularlo in base al reddito del lavoratore uscente. I critici hanno eccepito che molti lavoratori potrebbero perdere fino ad un mese di pensione, se non venissero ricalcolate bene le quote.