Riforma pensioni: le proposte per la flessibilità in uscita
La Riforma pensioni sembra finalmente iniziare a prendere forma. Agosto sospende incontri e decisioni importanti, ma a settembre il tema pensioni diventerà caldissimo. Gli interventi più importanti dovranno riguardare settori scottanti come quelli della flessibilità in uscita dei lavoratori precoci, degli esodati e della previdenza complementare.
Le ultime notizie sulle pensioni dicono che la flessibilità passa necessariamente per l’approvazione dell’APE, prestito pensionistico restituibile in vent’anni che coinvolgerebbe figure come assicurazioni e banche. La flessibilità delle pensioni passerebbe attraverso un anticipo di tre anni rispetto all’attuale pensione di vecchiaia a partire dal prossimo 1° gennaio 2017 al prezzo di una decurtazione sull’assegno pensionistico che aumenterebbe in proporzione all’anticipo chiesto dal lavoratore.
Al momento l’età per il pensionamento di vecchiaia è pari a 66 anni e 7 mesi per gli uomini e per le donne del pubblico impiego; 65 anni e 7 mesi le donne del settore privato e 66 anni e un mese le autonome. Stando così le cose, il trattamento anticipato dovrebbe essere riconosciuto a partire da 63 anni e 7 mesi per i primi, da 62 anni e 7 mesi per le donne del settore privato e da 63 anni e un mese per le autonome.
L’Ape sarebbe fissata sia per donne che per uomini a partire dai 63 anni e 7 mesi. Ma Nannicini ipotizza una riduzione, che consentirebbe dal 2017 di uscire a 63 anni (62 anni per le donne dipendenti del settore privato e 62 anni e 6 mesi per le autonome). La riforma pensioni passa anche attraverso l’approvazione del ‘bonus’ contributivo, di 4 o 6 mesi, per ogni anno di lavoro tra i 14 ed i 18 anni per consentire ai lavoratori precoci di andare in pensione prima della normativa attuale. Si parla anche di benefici per i pensionati al minimo con un ampliamento della no tax area o un irrobustimento della quattordicesime mensilità.
Auspicabile anche una modifica normativa per allargare la platea dei lavori usuranti. La speranza è che vengano inclusi gli edili, chi svolge lavori in altezza, i macchinisti ferrovieri. Allo stesso tempo aumenterebbero i benefici come l’abolizione della finestra mobile e della restrizione che chiede, dal prossimo anno, che il lavoro usurante sia stato svolto per metà della vita lavorativa dell’interessato. Buone notizie anche per l’opzione donna, che dovrebbe godere della proroga.