Pensioni

Quattordicesima pensionati 2022 a chi spetta: operazione a vantaggio di chi riceveva un assegno mensile non superiore a 1,5 volte il trattamento minimo con un’età di almeno 64 anni

E’ nelle intenzioni del Governo di rafforzare l’istituto della quattordicesima, spiegandone le ragioni e ripercorrendo la cronistoria che ha portato alla sua nascita: la quattordicesima ai pensionati istituita dal Governo Prodi nel 2007 è stata una operazione di giustizia sociale a vantaggio di coloro che ricevevano un assegno mensile non superiore a 1,5 volte il trattamento minimo e con un’età di almeno 64 anni. All’epoca furono coinvolti circa 3 milioni di pensionati (con un costo di 1,2 miliardi di euro all’anno) che, con il tempo, si sono ridotti, oggi, a 2 milioni di percettori.

Quattordicesima ai pensionati a chi spetta

Le ultime notizie sulle pensioni dicono quindi che Damiano è sempre più dalla parte di chi aspetta miglioramenti: “Contemporaneamente – spiega l’ex ministro del Lavoro – il governo dell’epoca ha bloccato per un anno l’indicizzazione delle pensioni superiori ai 4.000 euro lordi mensili: una redistribuzione dall’alto al basso e solidale che ha passato l’esame della Corte Costituzionale, a differenza del blocco dell’indicizzazione realizzato dal Governo Monti”. “Inoltre – aggiunge Damiano – la normativa del 2007 sulla quattordicesima ha tenuto conto dei contributi versati e non è uguale per tutti (gli scaglioni sono 3: circa 300, 400 e 500 euro all’anno per contributi fino a 15 anni, 25 e oltre 25): un altro accorgimento che ha tenuto giustamente conto della vita contributiva dei pensionati”. “Prevedere nella prossima legge di Bilancio un incremento della quattordicesima è la misura più giusta e più facile da realizzare: si potrebbe anche ipotizzare di alzare il tetto fino agli assegni da 1.000-1.200 euro mensili, ai quali erogare la quattordicesima”.

Riforma pensioni Poletti

Damiano parla poi della discussione con il ministro Poletti con i sindacati. “Il Governo sta imboccando la strada giusta sui capitoli dell’Agenda sociale da inserire nella legge di Bilancio” ha detto Damiano. “Bisogna che Renzi, che ha fatto affermazioni importanti sulle pensioni e sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego, non si lasci tirare per la giacchetta da quanti vorrebbero collocare in un inesistente secondo tempo la soluzione di questi problemi che stanno in cima ai pensieri di milioni di cittadini”. “Le risorse per questi interventi sociali – prosegue – vanno individuati subito per la legge di Bilancio. La valorizzazione del ruolo delle parti sociali e l’apertura dei tavoli di confronto debbono diventare una scelta strategica”.

“Le indicazioni emerse nei numerosi incontri avvenuti tra Governo e sindacati e il documento sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria sugli ammortizzatori sociali, rappresentano un punto di riferimento essenziale per l’azione di Governo”. E sulla flessibilità in uscita conclude: “Questo tema è da anni che ce lo trasciniamo. Nel 2013 ho presentato una proposta di legge, la 857, sulla flessibilità. Quando noi tre anni fa abbiamo portato il tema della flessibilità, noi siamo stati derisi, adesso è nell’agenda del governo Renzi. Io sono orgoglioso di questo”.