Pensioni

Pensioni ultime notizie: introdurre una maggiore flessibilità in uscita

La Riforma pensioni prende corpo e in questo senso le correzioni alla Legge Fornero, che è bene ricordare comunque resterà in piedi, sono realtà. Lo strumento principale per introdurre una maggiore flessibilità in uscita, piaccia o non piaccia, resta l’APE, prestito pensionistico che consentirà la pensione per gli ultra 63enni.

Le ultime notizie sulle pensioni riguardano le decisioni che Governo e sindacati prenderanno sulla base degli accordi da inserire nella Legge di stabilità. Non è però escluso che venga varato un provvedimento ad hoc.

Priorità assoluta, come detto, all’approvazione dell’APE, anticipo pensionistico che consentirà a chi ha almeno 63 anni di età con 20 anni di contributi dal prossimo anno di ottenere un assegno pensionistico la cui restituzione a rate inizierà una volta raggiunta l’età pensionabile per i successivi venti anni.

Alcune categorie di pensionati potranno accedere all’APE agevolato, in modo che i costi di restituzione saranno a carico quasi interamente dello Stato. Il tutto mediante apposite detrazioni fiscali: proprio sullo stabilire i parametri degli aventi diritto è una delle partite su cui si gioca l’accordo Governo-sindacati.

Chi rientra nell’Ape agevolato

I parametri sono economici: chi ha un assegno pensionistico inferiore a 1.200 euro nette al mese, 1.500 euro lordi dovrebbe rientrare. Questa la volontà del Governo, ma il sindacato spinge per innalzare la soglia a 1.600-1700 euro lordi al mese. Ci sono poi tutele speciali per i disoccupati involontari di lunga durata, i lavoratori con forti carichi familiari, gli invalidi o chi assiste disabili, gli addetti a mansioni particolarmente faticose e pesanti. Ma è tutto ancora da mettere nero su bianco.

In ballo anche la possibilità di abbassare leggermente i requisiti per accedere alla pensione anticipata, requisiti che attualmente sono fissati a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne.

Salvaguardia

Nessuna decisione al momento per l’ottava salvaguardia. La sensazione è che il Governo alla fine non lascerà in sospeso la vicenda e dirà sì a un provvedimento definitivo a chiusura del problema sorto nel 2011 con la Legge Fornero per consentire l’andata in pensione delle categorie che sino ad oggi non sono rientrate nella tutela delle sette salvaguardie finora varate. Damiano spinge per l’approvazione del disegno di legge depositato in Commissione Lavoro alla Camera per tutelare gli altri 30mila lavoratori. La buona notizia è che per questa salvaguardia le risorse sono già state individuate all’interno del Fondo ad hoc inserito nella legge di stabilità del 2013.