Pensioni

Pensioni novità: l’Ape non basta

Le ultime notizie sulle pensioni riguardano principalmente il tema della flessibilità, con il Governo che si appresta a varare una Riforma pensioni basata principalmente sul prestito pensionistico, meglio conosciuto come Ape. Molti sono i detrattori di questa soluzione, che costringerebbe i pensionati a subire un taglio sull’assegno e a diventare in qualche modo indebitati con una compagnia assicurativa o con una banca dopo una vita di contributi regolarmente versati.

Gli Esodati premono per l’ottava salvaguardia

In tutto ciò rischia colpevolmente di passare in secondo piano la drammatica situazione ancora parzialmente irrisolta degli esodati, in attesa dell’ottava e conclusiva salvaguardia. Prima dell’estate si pensava di essere vicini a una risoluzione che è stata poi sistematicamente rimandata.

I Comitati dei Lavoratori che rappresentano le istanze degli ultimi 34mila esclusi ribadiscono come la tutela dell’Ape non sia sufficiente. Per gli esodati è necessario uscire dal mondo del lavoro con le regole precedenti alla Fornero.

Con un comunicato stampa i rappresentati delle istanze dei lavoratori sottolineano il loro timore che si pensi a un’archiviazione dell’ottavo provvedimento di salvaguardia. Il provvedimento è al momento in esame presso la Commissione Lavoro della Camera.

A distanza di quasi due mesi dall’ultima seduta l’esame del provvedimento non è stato ancora riassunto dalla Commissione Lavoro. La Presidenza della Commissione è in attesa dell’esito del confronto sulle pensioni tra Governo e Sindacati.

Il messaggio degli esodati

“Da giorni assistiamo al susseguirsi di indiscrezioni rilasciate, in incontri formali ed informali, da esponenti del Governo sulla fattibilità della Ottava salvaguardia per i 34.000 esodati esclusi dalle precedenti sette. Alle assicurazioni ricevute da tutti i nostri interlocutori nei mesi scorsi che tutti i risparmi conseguiti dai sette precedenti provvedimenti di salvaguardia sarebbero stati impiegati per finanziarne una Ottava e definitiva (così come prevede la L.228 del 2012) oggi pare si stiano tutti rimangiando tali sacrosanti impegni” ricordano dalla Rete. “Dall’ultimo Report pubblicato dall’INPS lo scorso Agosto emerge chiaramente che dei 172.000 posti finanziati per le salvaguardie degli Esodati ne avanzano, con i risparmi conseguiti, ben 42.000 e ben sufficienti per chiudere la questione approvando immediatamente l’Ottavo provvedimento per i 34.000 esclusi certificati dal Governo con tre risposte a tre interrogazioni parlamentari. Non vorremmo che su tali risparmi si siano scatenati, per la seconda volta negli ultimi 3 anni, inaccettabili e vergognosi appetiti di vere e proprie lobby che intendono distrarne il loro uso per ben altri fini” proseguono dalla Rete.

L’Ape non basta

Come detto, il rischio è che si pensi d risolvere la questione esodati con l’APE, l’anticipo che dovrebbe scattare dal prossimo anno. La situazione racconta che oltre il 70% dei 34.000 esodati, avendo meno di 63 anni, non potrebbero accedervi comunque.

La Rete chiede al Governo:

  • La sollecita ed urgente chiusura, nei prossimi giorni, della Conferenza di Servizi che certifichi i reali risparmi derivati dalle sette precedenti salvaguardie e già ampiamente documentati dall’INPS nel suo ultimo Report del 10 agosto 2016, che dimostra risparmi ben sufficienti per un nuovo provvedimento di salvaguardia per tutti gli esclusi;
  • Il pieno reintegro delle somme prelevate dal “Fondo Esodati” di cui al comma 235 della L. 228/2012 ed utilizzate per svariati capitoli di spesa incoerenti rispetto al dettato legislativo che regolamenta il fondo stesso;
  • L’approvazione di un provvedimento definitivo che consenta di salvaguardia gli ultimi 34 mila lavoratori rimasti esclusi dalla precedenti sette salvaguardie.