Pensioni

Ultime notizie sulle pensioni: ripristinare alcune delle condizioni esistenti prima della riforma Fornero

Le ultime notizie sulle pensioni sono positive per la categoria tanto bistrattata degli esodati, perchè le parole del ministro Poletti confermano che il Governo sta prendendo in considerazione seriamente la possibilità di procedere all’Ottava Salvaguardia in tempi più brevi possibile.

Fondamentale in tutto ciò il ruolo dell’Ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, che assicura come “l’ottava salvaguardia farà parte del pacchetto sulle pensioni, definito con i sindacati, come chiesto nella piattaforma e ribadito da Cgil, Cisl e Uil”.

Legge di stabilità pro esodati

Le pensioni potrebbero trarre beneficio dalla riforme contenute all’interno della legge di stabilità. In questo senso viene accolta positivamente la notizia del sì all’ottava salvaguardia. La conferma arriva da fonte autorevole, il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che non fa altro che dare seguito alle parole del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini.

Da capire i modi dell’accoglimento delle richieste provenienti dai Comitati che rappresentano le istanze dei lavoratori esodati, considerato che si parla di accoglimento parziale.
Le risorse per l’ottava salvaguardia arriverebbero dal fondo destinato alla tutela di questi lavoratori creato nel 2012.

“Le leggi sulle salvaguardie le ha fatte il Parlamento e van­no puntualmente applicate. Con questa salvaguardia si punta ad allungare i termini di maturazione dei requisiti già fissati dalle precedenti salva­guardie per i lavoratori esclusi dai precedenti provvedimenti e concludere così la vicenda” ha detto Poletti.

Ritorno al passato

Poletti ha anche spiegato come ci sia intenzione da parte del Governo di ripristinare alcune delle condizioni esistenti prima della riforma Fornero. Il riferimento è ai lavoratori che entro il 2011 erano stati autorizzati alla prosecuzione volontaria dell’assicurazione. Ma si parla di nuove tutele anche per coloro i quali avevano cessato il servizio a seguito di accordo, anche individuale o collettivo con incentivo all’esodo, o per via unilaterale. Il ripristino delle precedenti condizioni varrebbe anche per i lavoratori che avevano siglato accordi per il collocamento in mobilità o che avevano fruito del congedo straordinario biennale per assistere disabili.

Ancora molto c’è da fare e da stabilire in questo senso, ma le certezze riguardano i lavoratori in mobilità che dovrebbero beneficiare dell’estensione del termine limite per maturare il diritto a pensione dagli attuali 12 a 36 mesi dal termine dell’indennità di mobilità. Lo scopo del Governo è limitare la riduzione della durata dell’ammortizzatore sociale previsto dalla legge 92/2012 di Riforma del mercato del Lavoro.

Damiano spinge per l’ultima Salvaguardia

L’ex Ministro del Lavoro: “l’ottava salvaguardia deve far parte del pacchetto sulle pensioni, definito con i sindacati, come chiesto nella piattaforma e ribadito da Cgil, Cisl e Uil”. “Una valutazione complessiva di apprezzamento non può prescindere dalla soluzione definitiva che si darà al problema degli esodati”, spiega. “Il fondo ha stanziato complessivamente 11 miliardi e 600 milioni per salvaguardare 172mila lavoratori, ai quali si applicano le regole ante-Fornero.

Al momento – ricorda – circa 100mila lavoratori hanno già intascato la pensione, 30mila sono stati certificati e la intascheranno”. Ora, sottolinea, “per chiudere definitivamente il cerchio noi pensiamo che si tratti di includere almeno altri 25mila lavoratori”. Ciò, precisa Damiano, “significa non chiedere né un numero né un euro in più di quanto è già stato stanziato, al contrario. In questo modo si arriverebbe ai 155mila salvaguardati, con un avanzo, rispetto ai 172mila previsti, di 17mila posizioni. Quindi non ci sono più alibi, per quanto riguarda la capienza di questa ultima salvaguardia”.

La speranza è che il provvedimento venga approvato entro fine anno, in modo che si riesca a migliorare il pacchetto di opzioni per agevolare l’uscita dal prossimo anno. Bisogna considerare infatti che alcuni esodati non riuscirebbero a rientrare nei requisiti per accedere all’APE dai 63 anni o alla quota 41 per i precoci.