Pensioni

Opzione donna: cosa aspettarsi dalla Commissione bilancio

Continua l’attesa per l’esame degli emendamenti per l’opzione donna. Si spera che a breve possano arrivare conferme sull’approvazione dei correttivi inseriti in Manovra presso la Commissione bilancio. Una procedura non semplice, considerato che gli emendamenti ammessi sono all’incirca 900. Di questi la metà proposti dalla maggioranza e l’altra metà dai partiti di opposizione.

La co-fondatrice Orietta Armiliato del Comitato #Opzione Donna, è convinta che ci siano buone probabilità che le modifiche in merito alle Pensioni anticipate delle lavoratrici vengano discusse all’inizio della settimana. Intanto tiene banco la discussione su una legge che se fosse prorogata consentirebbe l’uscita anticipata per le donne di 57 – 58 anni che hanno acquisito almeno 35 anni di contribuzione.

Situazione difficile anche quella che riguarda molti lavoratori in età avanzata alle prese con con la fruizione della quiescenza anticipata prevista nella Manovra. I lavori sono in corso e prevedono soluzioni con diverse precondizioni. Lo scopo finale è quello di provare a limitare la platea di coloro che riusciranno ad accedere alle agevolazioni.

Ape social e volontaria

Pensiamo ad esempio ai disoccupati, che potranno avvalersi dell’APE a partire dall’inizio di maggio 2017 approfittando della tutela “social” con il raggiungimento dei 63 anni di età ed un minimo di 30 anni di versamenti.

Diverso il discorso per l’Ape volontaria, più onerosa, che rischia di penalizzare coloro i quali hanno avuto una carriera discontinua. Invece i precoci potranno uscire con la quota 41. Bisogna però tenere presente il paletto secondo cui bisogna aver acquisito almeno un anno di contribuzione prima dei 19 anni di età. Da stabilire se i requisiti contributivi potranno essere calcolati tenendo conto dei versamenti figurativi ricevuti durante la fruizione degli ammortizzatori sociali.