APE sociale: richiede specifici requisiti anagrafico-contributivi in cambio di un’indennità pari al massimo a 1.500 euro al mese
Coloro i quali rientrano nell’ottava salvaguardia avranno un beneficio evidente rispetto all’APE volontario o sociale. Gli aderenti a quest’ultimo provvedimento avranno infatti una maggiore decurtazione dell’assegno pensionistico. Dunque, considerato che in alcuni casi i due provvedimenti si rivolgono a lavoratori con requisiti simili, che hanno dunque la possibilità di scegliere, è bene tenere presente che la salvaguardia offre certamente migliori garanzie.
La nuova salvaguardia assicura infatti pensionamento con i requisiti pre riforma “Fornero”, dunque le cosiddette “quote” o i vecchi 40 anni di contributi. Ciò vuol dire zero penalizzazioni dell’assegno.
Invece l’APE sociale richiede specifici requisiti anagrafico-contributivi diversi in cambio di una indennità pari al massimo a 1.500 euro al mese sino al compimento dei normali requisiti di pensionamento.
Quindi chi avrebbe percepito un assegno superiore a 1.500 euro vedrà tagliata la parte eccedente. Inoltre la prestazione sarà pagata per dodici mesi l’anno contro le 13^ mensilità di una pensione.
L’Ape volontario invece prevede una penalità ancora maggiore considerato che il lavoratore dovrà chiedere un prestito al sistema bancario da restituire una volta conseguita la pensione per i successivi 20 anni.
La riforma pensioni passa necessariamente attraverso gli interventi del nuovo Governo Gentiloni. Nessuno si aspetta grandi stravolgimenti, ma qualche nuovo intervento con i prossimi provvedimenti esecutivi riguardanti gli interventi programmati all’interno della legge di bilancio 2017 è inevitabile.
Non sono poche le aspettative riguardanti la riforma previdenziale e di welfare che gli italiani aspettano, in modo che i tentativi di migliorare la flessibilità in uscita dal mondo pensioni abbiano successo. Il nuovo anno sarà caratterizzato dall’attuazione dei provvedimenti votati in Manovra.
Restano aperte molte questioni che saranno ancora discusse e oggetto di trattative con i sindacati. Il 2017 sarà caratterizzato dall’inizio della cosiddetta FASE II. In questa fase si instaurerà un più acceso confronto con Cgil, Cisl e Uil che dovrebbe portare a misure di equità per i lavoratori.
Aspettano risposte in questo senso soprattutto coloro i quali sono iscritti al sistema contributivo puro. Ma non potranno mancare nemmeno i nuovi interventi per favorire lo sviluppo della previdenza integrativa.