Pensioni

Riforma pensioni 2022: i lavoratori che potranno beneficiare di una maggiore flessibilità previdenziale

Arriva dall’Ocse un dossier secondo cui il peso in termini percentuali per le imprese e per i lavoratori della contribuzione alla previdenza obbligatoria i Italia è tra i più alti. Peso che non consente certo all’Italia di avere una situazione stabile, considerato che il nostro Paese dovrà affrontare difficoltà come l’invecchiamento della popolazione e la bassa crescita del Pil.

Ufficio Parlamentare di Bilancio

In tutto ciò l’UpB (Ufficio Parlamentare di Bilancio) ha espresso il suo parere sulla riforma previdenziale e sulle salvaguardie oggetto della legge di bilancio.

I lavoratori che potranno beneficiare di una maggiore flessibilità previdenziale sono:
– lavoratori che potranno fruire dell’APE sociale;
– lavoratori che hanno svolto attività usuranti;
– esodati inseriti all’interno dell’ottava salvaguardia parlamentare;
– pensionande dell’ultimo trimestre 1957/58, che potranno beneficiare dell’#Opzione Donna;
– giornalisti che fruiranno del rifinanziamento del pensionamento anticipato di vecchiaia per il quinquennio 2017-21.

Lavoratori precoci ultime notizie

La legge di bilancio dalla Camera al Senato potrebbe dare importanti risposte alle categorie dei lavoratori precoci che svolgono attività usuranti. Parliamo di una categoria che potrà godere della nuova quota 41, purchè abbiano versato almeno un anno di contribuzione prima del 19esimo anno di età. Tutto ciò in virtù del fatto che la misura è stata estesa agli addetti alle attività gravose e usuranti che rientrano all’interno del Dlgs 67 del 2011.

Lavori usuranti ultime notizie

Il provvedimento riguarda i lavoratori impegnati in lavori particolarmente usuranti, come previsto all’articolo 2 del decreto del MdL il 19 maggio del 1999. Rientrano nella categoria anche i lavoratori notturni e i lavoratori alle dipendenze di imprese per le quali operano le voci di tariffa per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro previsti dallo stesso decreto. Ma la misura coinvolge anche i conducenti di veicoli di capienza non inferiore a 9 posti abilitati al servizio pubblico di trasporto collettivo. Tutte categorie che beneficiano delle stesse tutele della riforma previdenziale per la quota 41.