Quando vado in pensione: calcolo Inps, guida completa
Quando vado in pensione? Anzi, o ancora peggio, quando riuscirò ad andare in pensione? E’ la domanda più ricorrente, negli ultimi anni, accompagnata da mille dubbi e incertezze. Una cosa triste, se si pensa che la pensione dovrebbe costituire, in una società civile con uno Stato previdente, un momento di serenità.
Chiedersi quando vado in pensione è assolutamente legittimo in un momento come questo. Per avere una risposta, è importante fare una simulazione calcolo pensione. C’è chi si chiede: ho 57 anni quando posso andare in pensione? E soprattutto. quanto prenderò di pensione? Il calcolo importo pensione dipende da molti fattori.
Innanzitutto bisogna capire la propria situazione e quindi quali sono i propri requisiti per andare in pensione. E’ possibile che serva fare il calcolo pensione anticipata oppure il calcolo pensione sistema misto. Sono temi spesso ostici, per cui è meglio rivolgersi a un esperto se non si mastica la materia. Complicato è anche il calcolo pensione Inpdap.
E invece da porto sicuro in cui rifugiarsi dopo una vita di lavoro e sacrifici, la pensione si è trasformata in un momento di incertezza costellato da paure. Perchè la vecchiaia coincide con i primi acciacchi, in alcuni casi con la solitudine, in altri con l’impossibilità di continuare a lavorare per mantenersi.
Quanto prenderò di pensione?
In tutto ciò, il momento in cui si va in pensione viene continuamente posticipato. E allora la domanda “quando vado in pensione” forse andrebbe sostituita con la domanda ancora più preoccupante “riuscirò ad andare in pensione” o addirittura “andrò mai in pensione”. E soprattutto “quanto prenderò di pensione”.
L’incertezza è massima. Anni di politiche sbagliate hanno ridotto le casse dell’Inps ai minimi termini. La disoccupazione e l’età media avanzante in Italia impedisce il giusto ricambio. E così i provvedimenti del Governo negli ultimi anni, con la Riforma Fornero in primis, hanno dovuto modificare alcuni meccanismi con la conseguenza di ritardi enormi circa l’età di pensionamento e riduzione degli assegni percepiti.
Ape agevolato
Dal 2017 entrerà in vigore l’Ape agevolato. E’ pensato per chi ha 63 anni a condizione di avere un minimo di 30 o 36 anni di contributi. C’è poi la quota 41 per chi ha svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del 19° anno di età.
Ape volontario
Queste due misure non prevedono penalità sulla pensione. C’è poi l’istituto dell’APE volontario, pensato per i lavoratori dipendenti, del pubblico impiego, e gli autonomi. Permette di uscire in anticipo dal mondo del lavoro grazie a un prestito concesso dalle banche. Prestito che dovrà essere restituito a rate per i successivi 20 anni, dal momento in cui si va in pensione.
Pensione di vecchiaia
La pensione di vecchiaia scatterà dai 66 anni e 7 mesi. Per le lavoratrici del settore privato la soglia è di 65 anni e 7 mesi (66 anni ed un mese le autonome). Invece il requisito contributivo per uscire con la pensione anticipata è di 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e a 42 anni e 10 mesi per gli uomini.
Opzione donna
Addio alle finestre mobili per i lavori usuranti. Semaforo verde per la proroga dell’opzione donna riservata alle lavoratrici che raggiungono 57 anni di età e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2015. Niente più penalizzazioni sulle uscite anticipate prima del 62° anno di età.
Quando vado in pensione?
Negli ultimi anni nel nostro Paese le regole previdenziali sono cambiate spesso. Purtroppo, in alcuni casi, per fortuna in altri. Se i cambiamenti arrivati con la Riforma Fornero hanno fatto parecchie vittime, gli ultimi pensati proprio a correzione di questa hanno riscosso qualche plauso in più. Non che ci volesse molto.
Anni pensionamento
Proprio in seguito alla riforma del 2012, quella che prende il nome dalla Fornero ma che è stata comunque varata dal Governo tecnico Monti, subentrato a quello Berlusconi, è arrivato il primo cambiamento con la legge di bilancio 2017. In molti si chiedono quale sia la data in cui si matura il diritto alla pensione e quella in cui sarà effettivamente possibile accedervi.
Anni contributi
Gli elementi indispensabili per calcolare quando si andrà in pensione sono
- Data di nascita
- Contributi totali accreditati
- Anni oppure settimane alla data del 2016
Poi:
- Informazioni sul lavoratore: uomo/donna dipendente/autonomo
- Datore di lavoro: pubblico/privato (Scuola: sì no)
- Opzione donna (contributivo)
- Contributi dopo la data indicata (i versamenti proseguono o si interrompono)
- Calcolo speranza di vita (scenario Inps o scenario Rgs)
I calcoli più immediati di quando si può andare in pensione sono fatti per le pensioni che maturano dal primo gennaio 2012 in base alla legge 214/2011 (decreto Monti o salva-Italia) ed alle relative circolari dell’Inps per lavoratori privati e dipendenti pubblici.
Contributi pensioni
Importante anche tenere conto anche del cosiddetto “decreto milleproroghe” (legge 14/2012). Altri elementi importanti possono essere il pensionamento flessibile per chi ha iniziato a lavorare dal 1996 e le norme più favorevoli per i lavori usuranti. Ma anche le eccezioni per i lavoratori che avrebbero conseguito il diritto alla pensione nel 2012.
Per le pensioni il cui diritto matura fino al 31 dicembre 2011 il calcolo deve essere effettuato in base a norme e tabelle contenute nelle leggi 247/07, 122/2010, 111/2011, 148/2011, ed alle relative circolari (in particolare Inps 60/2008, Inpdap 7/2008, Inps 126/2010).
Per effettuare una stima affidabile, bisogna presupporre la prosecuzione dell’attività lavorativa e il regolare accredito dei contributi dalla data indicata a quella in cui si consegue la pensione.
Per le donne ricordiamo che esiste l’opzione offerta alle lavoratrici (prorogata con la legge di bilancio 2017) di conseguire a 57-58 anni la pensione di anzianità nel sistema contributivo.
Si tratta di una soluzione ideale per coloro che vogliono uscire dal mondo del lavoro prima possibile. Per il calcolo bisogna considerare tutti effettivi i contributi ai fini della pensione di anzianità con 35 anni. Ma è bene tenere presente che andrebbero esclusi quelli figurativi per disoccupazione ordinaria e malattia.
Diverso il discorso che andrebbe fatto per le pensioni il cui diritto è maturato nel 2011. Infatti dopo che sono trascorsi i 12 o i 18 mesi richiesti rispettivamente per dipendenti e autonomi, la pensione decorre dal primo giorno del mese successivo nel caso di pensione Inps, dal giorno immediatamente successivo per i dipendenti pubblici con l’Inpdap.
Per la pensione di vecchiaia e quella di anzianità con 40 anni di contributi non è richiesta alcuna quota.
Dal 2013 sono entrate in vigore le norme che innalzano automaticamente i requisiti di età in base all’allungamento dell’aspettativa di vita. Potrebbe interessarti il nostro articolo che spiega l’impatto dell’aspettativa di vita sulla possibilità di andare in pensione. Per gli anni successivi al 2016 i nuovi requisiti saranno stabiliti solo dopo la verifica degli effettivi andamenti demografici.
Per le pensioni anticipate i mesi di contributi dovrebbero essere calcolati in settimane sulla base delle indicazioni dell’Inps. Per i lavoratori del settore scuola la finestra di uscita deve coincidere sempre con l’inizio dell’anno scolastico, quindi l’1 settembre.
Per i dipendenti pubblici, l’ex Inpdap considerava raggiunto il requisito dei 40 anni di contributi con 39 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio.
Per capire quando è possibile andare in pensione, è necessario prima individuare la propria tipologia previdenziale di appartenenza. In base ad essa, infatti, ci sono diversi criteri da considerare: l’età e gli anni di contributi su tutti.
Calcolo dell’età
Per calcolare l’età per andare in pensione, è necessario prendere in considerazione alcuni criteri che stabiliscono l’età pensionabile anno per anno. Per fare questo, ci si basa sugli incrementi periodici connessi all’aumento della speranza di vita.
Calcolo contributi
Per il calcolo dei contributi si prendono in considerazione le settimane. Questi i coefficienti di trasformazione, per capire a quante settimane corrisponde ogni periodo contributivo. Spesso infatti si commette l’errore di considerare un mese di quattro settimane, mentre il coefficiente è leggermente superiore. Su un periodo lungo di tempo, questa differenza può diventare significativa:
- 1 anno= 52 settimane
- 1 mese= 4,333 settimane
- 1 giornata= 0,19259 settimane
La somma dei periodi di contribuzione appartenenti a diverse gestioni può essere gratuita o oppure onerosa. La somma gratuita interviene nel caso in cui si voglia la totalizzazione dei contributi, il cumulo, il computo, o la totalizzazione retributiva. A titolo oneroso, se si richiede la ricongiunzione dei contributi presso un’unica gestione.
Invece i contributi di ogni gestione vanno calcolati separatamente.
Il sistema di calcolo della pensione dipende dal periodo di riferimento. Vale il sistema retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per chi possiede più di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. Vale il sistema misto, quindi retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
Infine vale quello interamente contributivo, per chi non ha contributi precedenti all’anno 1996.
Se rientrate nel calcolo interamente contributivo, o se appartenete alla Gestione Separata, in alcuni casi e a certe condizioni, potete beneficiare di requisiti più leggeri per accedere alla pensione anticipata (63 anni e 7 mesi di età con 20 anni di contributi) e a quella di vecchiaia (70 anni e 7 mesi, ma con soli 5 anni di contributi).
Per ottenere la pensione di vecchiaia è necessario uno specifico requisito anagrafico, oltre ad almeno 20 anni di contributi. Il requisito è di 15 anni per chi rientra nella Deroga Amato o nell’Opzione Contributiva Dini.
Altro requisito, l’assegno pensionistico non deve risultare essere inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Il limite è di circa 673 euro.
In generale, ci sono comunque alcuni requisiti di età necessari.
Eccoli anno per anno:
2016: 66 anni e 7 mesi per gli uomini e le dipendenti pubbliche, 66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome, 65 anni e 7 mesi per le dipendenti;
2017: 66 anni e 7 mesi per gli uomini e le dipendenti pubbliche, 66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome, 65 anni e 7 mesi per le dipendenti;
2018: 66 anni e 7 mesi per tutti
2019: 66 e 11 mesi
2020: 66 e 11 mesi
2021: 67 e 2 mesi
2022: 67 e 2 mesi
2023: 67 e 5 mesi
2024: 67 e 5 mesi
2025: 67 e 8 mesi
2026: 67 e 8 mesi
2027: 67 e 11 mesi
2028: 67 e 11 mesi
2029: 68 e 1 mese
2030: 68 e 1 mese
2031: 68 e 3 mesi
2032: 68 e 3 mesi
2033: 68 e 5 mesi
2034: 68 e 5 mesi
2035: 68 e 7 mesi
2036: 68 e 7 mesi
2037: 68 e 9 mesi
2038: 68 e 9 mesi
2039: 68 e 11 mesi
2040: 68 e 11 mesi
2041: 69 e 1 mese
2042: 69 e 1 mese
2043: 69 e 3 mesi
2044: 69 e 3 mesi
2045: 69 e 5 mesi
In seguito il requisito aumenta di 2 mesi per ciascun biennio. Ma è molto probabile che prima di quella data le regole del gioco possano cambiare ulteriormente.
Per coloro i quali hanno diritto al calcolo interamente contributivo, è possibile ottenere la pensione di vecchiaia con soli 5 anni di contributi. Valgono però questi requisiti anagrafici:
70 anni e 7 mesi nel triennio 2016-2018
70 anni e 11 mesi nel 2019-2020
71 anni e 2 mesi nel 2021-2022
I requisiti aumentano di 3 mesi ogni biennio, poi di 2 mesi ogni biennio a partire dal 2029.
Pensione anticipata
Per avere diritto alla pensione anticipata, bisogna basarsi soltanto sui contributi accantonati. Ciò vuol dire che non è necessario raggiungere un requisito minimo anagrafico. Conta nel caso in cui si vada in pensione con meno di 62 anni. In questo caso infatti scatta una penalizzazione pari all’1% annuo, per ogni anno dal 60° al 62°, e pari al 2%, per ogni anno sotto il 60°.
Niente penalità, in virtù della legge di Stabilità 2015, per chi matura i requisiti entro la data del 31 dicembre 2017.
Uomini e donne devono rispondere a criteri diversi per andare in pensione. Per gli uomini valgono i seguenti criteri:
2012: 42 anni 1 mese
2013: 42 anni e 5 mesi
2014: 42 anni e 6 mesi
2015: 42 anni e 6 mesi
2016: 42 anni e 10 mesi
2017: 42 anni e 10 mesi
2018: 42 anni e 10 mesi
2019: 43 anni e 2 mesi
2020: 43 anni e 2 mesi
2021: 43 anni e 5 mesi
2022: 43 anni e 5 mesi
2023: 43 anni e 8 mesi
2024: 43 anni e 8 mesi
2025: 43 anni e 11 mesi
2026: 43 anni e 11 mesi
2027: 44 anni e 2 mesi
2028: 44 anni e 2 mesi
2029: 44 anni e 4 mesi
2030: 44 anni e 4 mesi
2031: 44 anni e 6 mesi
2032: 44 anni e 6 mesi
2033: 44 anni e 8 mesi
2034: 44 anni e 8 mesi
2035: 44 anni e 10 mesi
2036: 44 anni e 10 mesi
2037: 45 anni
2038: 45 anni
2039: 45 anni e 2 mesi
2040: 45 anni e 2 mesi
2041: 45 anni e 4 mesi
2042: 45 anni e 4 mesi
2043: 45 anni e 6 mesi
2044: 45 anni e 6 mesi
2045: 45 anni e 8 mesi
2046: 45 anni e 8 mesi
2047: 45 anni e 10 mesi
2048: 45 anni e 10 mesi
2049: 46 anni 45 anni
Per le donne, sia appartenenti al settore pubblico che privato, i requisiti per la pensione anticipata sono invece questi, ridotti di un anno:
2012: 41 anni 1 mese
2013: 41 anni e 5 mesi
2014: 41 anni e 6 mesi
2015: 41 anni e 6 mesi
2016: 41 anni e 10 mesi
2017: 41 anni e 10 mesi
2018: 41 anni e 10 mesi
2019: 42 anni e 2 mesi
2020: 42 anni e 2 mesi
2021: 42 anni e 5 mesi
2022: 42 anni e 5 mesi
2023: 42 anni e 8 mesi
2024: 42 anni e 8 mesi
2025: 42 anni e 11 mesi
2026: 42 anni e 11 mesi
2027: 43 anni e 2 mesi
2028: 43 anni e 2 mesi
2029: 43 anni e 4 mesi
2030: 43 anni e 4 mesi
2031: 43 anni e 6 mesi
2032: 43 anni e 6 mesi
2033: 43 anni e 8 mesi
2034: 43 anni e 8 mesi
2035: 43 anni e 10 mesi
2036: 43 anni e 10 mesi
2037: 44 anni
2038: 44 anni
2039: 44 anni e 2 mesi
2040: 44 anni e 2 mesi
2041: 44 anni e 4 mesi
2042: 44 anni e 4 mesi
2043: 44 anni e 6 mesi
2044: 44 anni e 6 mesi
2045: 44 anni e 8 mesi
2046: 44 anni e 8 mesi
2047: 44 anni e 10 mesi
2048: 44 anni e 10 mesi
2049: 45 anni
2050: 45 anni
Diversa è la fattispecie relativa a coloro i quali non sono in possesso di contributi al 31 dicembre 1995. In questo caso, il sistema previdenziale italiano offre l’opportunità di accedere alla pensione anticipata contributiva.
I requisiti per accedere al trattamento pensionistico nel 2016 dicono che sono sufficienti 63 anni e 7 mesi di età, unitamente a 20 anni di contributi. Al contempo, l’assegno deve essere superiore a 2,8 volte quello sociale.
Questi i requisiti anagrafici necessari al trattamento, combinati con l’anno di nascita:
2012 63 anni
2013 63 anni e 3 mesi
2014 63 anni e 3 mesi
2015 63 anni e 3 mesi 01-ott-52
2016 63 anni e 7 mesi 01-giu-53
2017 63 anni e 7 mesi 01-giu-54
2018 63 anni e 7 mesi 01-giu-55
2019 63 anni e 11 mesi 01-feb-56
2020 63 anni e 11 mesi 01-feb-57
2021 64 anni e 2 mesi 01-nov-57
2022 64 anni e 2 mesi 01-nov-58
2023 64 anni e 5 mesi 01-ago-59
2024 64 anni e 5 mesi 01-ago-60
2025 64 anni e 8 mesi 01-mag-61
2026 64 anni e 8 mesi 01-mag-62
2027 64 anni e 11 mesi 01-feb-63
2028 64 anni e 11 mesi 01-feb-64
2029 65 anni e 1 mese 01-dic-64
2030 65 anni e 1 mese 01-dic-65
2031 65 anni e 3 mesi 01-ott-66
2032 65 anni e 3 mesi 01-ott-67
2033 65 anni e 5 mesi 01-ago-68
2034 65 anni e 5 mesi 01-ago-69
2035 65 anni e 7 mesi 01-giu-70
2036 65 anni e 7 mesi 01-giu-71
2037 65 anni e 9 mesi 01-apr-72
2038 65 anni e 9 mesi 01-apr-73
2039 65 anni e 11 mesi 01-feb-74
2040 65 anni e 11 mesi 01-feb-75
2041 66 anni e 1 mese 01-dic-75
2042 66 anni e 1 mese 01-dic-76
2043 66 anni e 3 mesi 01-ott-77
2044 66 anni e 3 mesi 01-ott-78
2045 66 anni e 5 mesi 01-ago-79
2046 66 anni e 5 mesi 01-ago-80
2047 66 anni e 7 mesi 01-giu-81
2048 66 anni e 7 mesi 01-giu-82
2049 66 anni e 9 mesi 01-apr-83
2050 66 anni e 9 mesi 01-apr-84
Accesso agevolato alla pensione
Ci sono alcune situazioni in cui il legislatore ha pensato di facilitare l’accesso alla pensione. E’ il caso della cosiddetta Totalizzazione, per accedere alla quale bastano 65 anni e 7 mesi di età (per tutti), con 20 anni di contributi, o 40 anni e 7 mesi di contributi.
C’è poi l’istituto del Salvacondotto, pensato per i nati nel 1951 e 1952. Con questo istituto, è possibile accedere alla pensione se sono stati compiuti 60 anni entro il 31 dicembre 2012. Per gli uomini è però necessario anche che siano stati maturati almeno 35 anni di contributi entro la stessa data. Il requisito scende a 20 anni di contributi, per le donne. E’ bene tenere presente che si tratta di una agevolazione che non possono sfruttare i dipendenti pubblici, i lavoratori agricoli, e i non occupati al 31 dicembre 2011.
Per il mondo femminile l’istituto agevolato più usato e apprezzato è l’Opzione donna. I requisiti sono di aver maturato almeno 35 anni di contributi e 57 anni e 3 mesi di età (58 e 3 mesi se lavoratrice autonoma), entro il 31 dicembre 2015.
Ci sono poi agevolazioni speciali per i Lavori usuranti e notturni. E’ questo il caso dei lavoratori che hanno svolto lavori particolarmente pesanti, per turni o mansioni che minano il fisico più di altre. Per questi lavoratori, che inevitabilmente hanno bisogno di andare in pensione prima di una certa età, sono previsti dei requisiti ridotti per la pensione, calcolati in base alle quote.
Infine vengono istituite periodicamente delle salvaguardie (finora ne sono state approvate otto) per tutelare categorie penalizzate come quelle degli esodati. Nonostante l’ottava salvaguardia recentemente approvata, ancora molti esodati restano fuori dalle tutele e non è escluso che ne serva una nona per sanare definitivamente la situazione.
E’ bene ricordare che tutte queste regole e leggi sono soggette a continui cambiamenti e modifiche, e che i casi individuali di ognuno possono differire, in meglio o in peggio, anche per piccoli dettagli che possono sfuggire ai non addetti ai lavori. E’ dunque sempre meglio rivolgersi a un esperto del diritto del lavoro, magari presso un patronato, che saprà valutare al meglio la situazione individuale e mettersi in contatto con l’Inps. Per saperne di più, vi consigliamo di restare aggiornati con le nostre pagine specializzate, sempre aggiornate con le ultime novità e leggi, e di consultare la nostra pagina sulle ultime notizie sulle pensioni.
Per concludere
I cambi di Governo e la necessità di modificare leggi particolarmente penalizzanti istituite negli ultimi anni (come quelle appartenenti alla Riforma Fornero varate sotto il Governo tecnico Monti) produrranno ulteriori modifiche nei prossimi mesi, anche se si dovrà probabilmente attendere l’elezione di un nuovo Governo per assistere alle modifiche più significative. Per questo diventa particolarmente importante restare aggiornati e seguire gli sviluppi che arrivano di continuo. Per essere sicuri di poter accedere alle formule pensionistiche migliori per la propria situazione e non perdere l’occasione di arrivare prima possibile e nelle migliori condizioni a un diritto fondamentale come quello della pensione.