Attivare i buoni lavoro: guida completa
Il datore di lavoro che ha acquistato dei buoni lavoro li deve “attivare” attraverso la prevista procedura telematica. Se vuoi sapere come attivare i buoni lavoro e scoprire tutto sui voucher, ti consigliamo di leggere attentamente questa nostra guida completa fino in fondo. E’ necessario usare la procedura prevista per il canale di acquisto scelto dallo stesso datore di lavoro. E’ una procedura che deve avvenire necessariamente precedentemente al momento in cui il lavoratore che verrà retribuito con i buoni avvii l’attività.
Prima di attivare i buoni lavoro bisogna capire le proprie necessità. Esistono infatti i voucher inps lavoro occasionale, i voucher inps lavoro domestico. Se vuoi subito informazioni dall’inps sui voucher il numero verde è 803 164, gratuito da telefono fisso, e il numero 06 164 164 da cellulare. In questo modo potrai capire subito il voucher inps come funziona. Per l’attivazione voucher 2017 serve un identificativo voucher. E‘ più semplice di quanto credi, Continua a leggere questa nostra guida e ti chiarirai le idee.
Attivazione buoni lavoro
Sul sito dell’Inps esistono appositi Servizi online che consentono l’accesso alla procedura telematica. Ci sono poi sezioni specifiche per la procedura tabaccai, sportelli bancari, uffici postali e voucher cartacei INPS.
Voucher Inps, attivare buoni
L’Inps ha predisposto un link per accedere alla procedura telematica di attivazione dei buoni lavoro, prevista per ogni canale di acquisto. Prima però bisogna acquistare i voucher. E’ possibile l’acquisto telematico dal sito Inps, l’acquisto di buoni cartacei presso sportelli Inps e Uffici postali, presso le Banche Popolari e i Tabaccai autorizzati.
Voucher acquistati
Per i lavoratori voucher e buoni lavoro diventano indispensabili per integrare la retribuzione.
Prestazioni
Per l’acquisito dei voucher lavoro, sono a disposizione reti di sportelli fisici e online predisposti appositamente dall’istituto nazionale di previdenza. Chi non vuole acquistarli di persona, può seguire la procedura di prenotazione e acquisto telematico, certamente più comoda.
Buoni lavoratore
E’ una strada pensata ad esempio per gli imprenditori. Questi soggetti, datori di lavoro, potranno acquistare i buoni lavoro tramite il canale online predisposto dall’Inps nel proprio portale. Altra strada potrà essere seguita dai privati che potranno acquistarli alternativamente sia dagli sportelli Inps che attraverso la rete degli Uffici postali, delle Banche Popolari e dei Tabaccai convenzionati.
Esiste anche la possibilità che i buoni lavoro non vengano utilizzati. Ma può anche verificarsi la condizione per cui il soggetto sia vittima di furto o smarrimento dei buoni lavoro. In questo caso, niente paura: è possibile chiederne il rimborso. Sul sito dell’Inps sono illustrate le modalità da seguire per la richiesta di rimborso dei buoni lavoro acquistati nei casi di mancato utilizzo, furto o smarrimento.
Voucher buoni
L’Inps ha predisposto questo meccanismo pensando al fatto che sempre più spesso accade che i giovani, ma anche i cittadini più avanti con l’età, accettino “lavoretti” che durino solo qualche settimana o qualche mese. E’ questo il caso di coloro i quali accettano di lavorare durante il periodo scolastico. Basti pensar a chi decide di dare ripetizioni o fare da baby sitter. Ma c’è anche chi decide di rinunciare alle proprie vacanze scolastiche, per guadagnare qualcosa. Sono questi i classici lavori stagionali o per meglio dire “occasionali”. All’interno di un periodo storico in cui la precarietà la fa da padrona, questi lavoretti sono ancora più occasionali considerato che sono caratterizzati dalla breve durata e dalla discontinuità.
A caratterizzare, purtroppo in negativo, ancor di più questo genere di lavori è il fatto che quasi sempre non sono regolati da nessuna forma di contratto tra le parti. Datore di lavoro e lavoratore dunque non vanno oltre una semplice stretta di mano. Ciò comporta che entrambe le parti e il contratto stesso non sono tutelati né dal punto di vista assicurativo (se succedono incidenti e il lavoratore subisce infortuni sul posto di lavoro) né dal punto di vista previdenziale, con la totale assenza del versamento di contributi.
Per ovviare a questa situazione di assoluta illegittimità, l’Inps ha istituito da qualche anno nel sistema previdenziale appunto i buoni lavoro, chiamati anche “voucher”.
I buoni lavoro sono un nuovo sistema di pagamento che consente a chi dà e presta lavoro occasionale di essere nel rispetto della legge pur non siglando alcun contratto di lavoro.
Ogni voucher acquistato dal datore di lavoro ha un valore di 10 euro. Di questi, 7,50 euro vanno come compenso al lavoratore. I restanti 2,50 euro, invece, finiscono in parte nelle casse dell’Inps come contributo per il lavoratore e in parte all’Inail come assicurazione contro gli infortuni.
I benefici sono evidenti per tutti: il datore di lavoro opera all’interno della legge rispettando il diritto del lavoratore e pagando le tasse. Il lavoratore stesso è tutelato contro eventuali infortuni e soprattutto riceve il versamento dei contributi. Che al momento, considerato che stiamo parlando di lavori occasionali, possono sembrare cifre irrisorie. Ma che come stiamo vedendo in questo periodo, al momento del calcolo per andare in pensione possono costituire giorni o mesi di lavoro svolto preziosissimi per raggiungere i requisiti necessari.
Questo sistema funziona non solo per i ragazzi con meno di 25 anni di età e non meno di 16, ma anche lavoratori part-time, pensionati, cassaintegrati, lavoratori extracomunitari, inoccupati, disoccupati.
Ogni lavoratore in un anno può ricevere buoni lavoro per un totale di 5.000 euro netti per singolo committente / datore. Per quel che riguarda i cassaintegrati, invece, esiste la possibilità di cumulare complessivamente fino a 3.000 euro netti l’anno.
Non è difficile comprendere come questo sistema possa fortemente contribuire a limitare il lavoro nero in Italia da un lato, e a rimpinguare le casse previdenziali dall’altro. Un metodo che deve sempre essere proposto soprattutto dai lavoratori, che dovrebbero trovare la forza di rinunciare a una parte del compenso proposto (se lavorassero in nero) in nome della legalità, della sicurezza e soprattutto della tutela del proprio futuro previdenziale e di quello dell’intero Paese.