Aumento pensioni 2023: importi medi sempre più bassi, nonostante le rivalutazioni
Il calo dell’importo medio delle pensioni in Italia è un trend che si conferma anno dopo anno, nonostante la rivalutazione annuale degli assegni. Nel 2021, l’importo medio delle pensioni è sceso a 1.153 euro al mese, rispetto ai 1.203 euro del 2020. Questo trend si è verificato anche negli anni precedenti e ha portato ad un graduale ridimensionamento del potere di acquisto dei pensionati.
Il motivo principale di questo calo è legato al sistema di calcolo delle pensioni, che negli ultimi anni ha visto un maggior peso del regime contributivo rispetto a quello retributivo. Questo ha determinato una riduzione dell’importo medio delle pensioni, poiché il sistema contributivo tende a dare una rendita più bassa rispetto a quello retributivo.
A questo si aggiunge l’aumento dell’età di uscita dal lavoro e il numero dei beneficiari, che contribuisce a far salire la media, ma non basta a compensare la riduzione dovuta al sistema di calcolo.
Inoltre, le pensioni anticipate, che solitamente hanno un importo medio superiore rispetto alle pensioni ordinarie, sono state influenzate dall’esaurimento di Quota 100, che ha portato ad una diminuzione del 18,21% delle rendite liquidate in anticipo.
Per gli uomini, l’importo medio delle pensioni anticipate è stato pari a 1.381 euro, mentre per le donne è stato di 976 euro, con Opzione Donna che contribuisce ad aumentare il divario tra i due sessi, poiché le rendite liquidate con questo sistema sono mediamente inferiori ai mille euro al mese.
Inoltre, nonostante la rivalutazione annuale degli assegni, il potere di acquisto dei pensionati italiani continua a diminuire, poiché l’incremento medio del 8,1% atteso per le pensioni in pagamento nel 2021 sarà influenzato anche dall’inflazione, che porterà ad un aumento dei prezzi dei beni e dei servizi.
In conclusione, il calo dell’importo medio delle pensioni in Italia è un fenomeno preoccupante, che andrebbe affrontato con una riforma del sistema previdenziale, che tenga conto delle sfide demografiche e del cambiamento del mercato del lavoro. In particolare, sarebbe importante trovare un equilibrio tra il regime contributivo e quello retributivo, in modo da garantire una pensione adeguata a tutti i cittadini italiani, che hanno lavorato per molti anni per contribuire alla crescita economica del Paese.