Contributi volontari 2023: quanto costano per andare in pensione
La Circolare n. 22/2023 dell’INPS comunica che nel 2023 il costo minimo per un anno di contribuzione volontaria è di 3.898 euro, in aumento rispetto ai 3.606 euro dell’anno precedente. Ciò è dovuto all’aumento dell’inflazione, che ha determinato l’aumento dei minimali e dei massimali annui imponibili su cui si calcolano gli importi. L’aliquota contributiva per gli ex dipendenti autorizzati dopo il 31 dicembre 1995 è del 33%, mentre per quelli autorizzati prima è del 27,87%.
L’ammontare del contributo volontario dipende dalla retribuzione di riferimento e non può essere inferiore a 3.898 euro all’anno. Per gli autorizzati ante 1996 il contributo minimo settimanale è di 63,32 euro per un totale annuo di 3.292 euro.
Per i lavoratori autonomi, artigiani e commercianti, la classe di reddito dipende dal reddito medio degli ultimi 36 mesi di attività. L’aliquota contributiva obbligatoria per il 2023 è del 24% per gli artigiani e del 24,48% per i commercianti.
Per i soggetti privi di tutela previdenziale (non assicurati e non titolari di pensione) l’aliquota Ivs vigente per il 2023 è del 33%, mentre per i titolari di partita Iva è del 25%. L’importo minimo dovuto dai prosecutori volontari della Gestione Separata non può essere inferiore a 4.376,04 euro su base annua e 364,67 euro su base mensile per i professionisti, e a 5.776,32 euro su base annua e 481,36 euro su base mensile per tutti gli altri iscritti.
Per quanto riguarda la posizione contributiva dei liberi professionisti, il contributo minimo annuale per il 2023 è fissato in 4.376,04 euro, mentre quello mensile è di 364,67 euro. Per i collaboratori coordinati e continuativi invece, il contributo minimo annuale è di 5.776,32 euro, mentre quello mensile è di 481,36 euro.
Per i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata, l’aliquota contributiva per il 2023 rimane al 33%, mentre il minimale di reddito imponibile è pari a 17.504 euro.
È importante ricordare che la prosecuzione volontaria dell’assicurazione sociale deve essere richiesta dall’interessato entro i termini previsti dalla legge, che variano a seconda della situazione lavorativa del richiedente. In generale, la richiesta deve essere presentata entro 12 mesi dalla cessazione dell’attività lavorativa o dalla scadenza dell’assicurazione obbligatoria.
In caso di ritardata richiesta, il contributo volontario potrebbe essere maggiorato di una quota di interesse legale calcolata sulla base dei giorni di ritardo. Inoltre, per i lavoratori iscritti alla Gestione Separata, è importante ricordare che il mancato pagamento del contributo volontario potrebbe comportare la perdita del diritto all’assicurazione sociale, con conseguente perdita del diritto alla pensione.