Pensione per lavoratori precoci e usuranti: con 41 anni di contributi, uomini o donne, possono lasciare il lavoro a qualsiasi età e senza alcuna penalizzazione
Le pensioni minime comprese tra i 500 euro e i mille euro mensili sono uno dei problemi che il governo deve affrontare. I pensionati minimi, rappresentati e tutelati dalla Associazione Nazionale Pensionati tramite la Confederazione Italiana Agricoltori sono decisi a ottenere che il bonus di 80 euro venga esteso anche a loro dopo essere stato concesso ai lavoratori dipendenti. In questo senso sono state già raccolte oltre 100mila firme.
Pensioni novità
Sul piede di guerra anche i lavoratori precoci che sperano di ottenere la quota 41. In questo modo coloro i quali hanno iniziato a lavorare a 15 anni e hanno almeno un anno di contribuzione risalente a prima dei 19 anni potrebbero andare in pensione con 41 anni di contributi e senza requisiti di età.
A tutto questo fa da sfondo il discorso sulla flessibilità, che ormai pare certo sarà rimandato alla prossima Legge di Stabilità.
Il discorso della flessibilità si lega a doppio filo a quello delle penalizzazioni, da cui non si può prescindere per creare fondi statali. I lavoratori “precoci”, con 41 anni di contributi, uomini o donne, possono lasciare il lavoro a qualsiasi età e senza alcuna penalizzazione.
Flessibilità senza penalizzazioni
La flessibilità delle pensioni è una misura di modernizzazione del sistema. Consentire ai lavoratori che abbiano 35 anni di contributi di anticipare fino ad un massimo di 4 anni il momento della pensione, restituisce alla previdenza quel principio di gradualità che le è stato negato al tempo del Governo Monti.
La misura comporta, ovviamente, una penalizzazione (o correttivo attuariale) che noi proponiamo essere del 2% per ogni anno di anticipo: l’8% per 4 anni. Riteniamo che in questo modo il costo dell’uscita anticipata possa essere compensato dai risparmi che derivano da un assegno “penalizzato” fintanto che il lavoratore resterà in pensione. Accanto alla flessibilità, nella proposta, c’è anche la richiesta di consentire a chi ha 41 anni di contributi di poter andare in pensione: si tratta di una risposta ai cosiddetti lavoratori precoci.