Pensioni uscita anticipata ultime notizie: il costo della flessibilità in uscita è compreso tra 5 e 7 miliardi l’anno per diversi anni
Sul tema pensioni il governo prende ancora tempo e pare che decida, per le Uscite anticipate, di rimandare il discorso. Il progetto rientrerà nella legge di Stabilità. Certo non una buona notizia per il mondo del lavoro perchè questo ennesimo rinvio su un tema che da anni aspetta di essere affrontato rischia di paralizzare ancora una volta chi cerca di uscire dal mondo del lavoro e chi cerca di entrarci.
Ricordiamo infatti che il tema pensioni riguarda da un lato categorie come esodati, lavoratori precoci, lavori usuranti, donne e quota 96 e 100. Ma anche coloro i quali, come i giovani, aspettano di entrare nel mondo del lavoro e vedono una serie di posizioni bloccate.
Il tema della flessibilità in uscita, che su lega a doppio filo a quello della pensione anticipata rispetto al limite attuale di 66 anni e 7 mesi o ai 42 anni di contribuzione rischia di dover aspettare ancora.
La flessibilità in uscita non può prescindere dal reperire i fondi per sostenerla. Una strada è la penalizzazione dell’assegno di coloro i quali vogliono anticipare l’uscita dal mondo del lavoro, ma sembra non bastare.
Con il debito che continua a salire, l’Europa non vede di buon grado modifiche alla Fornero di questo genere. Dunque niente ulteriore flessibilità.
Tutto rinviato, salvo sorprese, alla nuova legge di Stabilità.
Il governo intende affrontare il tema della flessibilità in uscita in ambito pensionistico nella prossima legge di stabilità se il quadro di finanza pubblica lo consentirà. Il tema resta e il governo intende affrontarlo se il quadro di finanza pubblica lo consentirà.
Il costo della flessibilità in uscita è compreso tra 5 e 7 miliardi l’anno per diversi anni. Rientra invece l’allarme sulle pensioni di reversibilità.