Prestito pensionati Inps requisiti: sostegno per i disoccupati che verrebbe poi restituito allo Stato con micro-prelievi sulla pensione
In attesa di una vera e propria Riforma Pensioni, si spinge per l’ipotesi del prestito pensionistico. La politica è sempre più convinta che possa essere di aiuto un sostegno per i disoccupati che verrebbe poi restituito allo Stato con micro-prelievi sulla pensione. Sembra al momento questa la strada migliore per sostenere la flessibilità in uscita.
I conti pubblici non sono certo in un buon momento, e allora reperire fondi per sostenere una maggiore flessibilità in uscita diventa sempre più difficile. Gli obiettivi previsti non sono facili da raggiungere e la Commissione europea tiene l’Italia sotto stretto controllo.
Poletti ha spiegato che “la Legge Fornero ha prodotto risparmi già contabilizzati all’interno del bilancio dello stato per gli anni a venire e, pertanto, qualsiasi scostamento da tali valori necessita di apposite coperture”.
Ecco che in questo senso il prestito pensionistico, ancor più delle penalizzazioni sulla pensione anticipata, potrebbe essere una buona soluzione. In questo modo i lavoratori “sarebbero chiamati a restituire la somma ottenuta con un prelievo a vita sull’assegno”.
I detrattori di questa ipotesi non gradiscono che un piano del genere verrebbe sostenuto interamente dal lavoratore e non dallo Stato. Elemento da tenere ulteriormente in considerazione il fatto che si rivolgerebbe solo ai disoccupati all’ultima spiaggia, quindi da coloro che non possono contare su alcuna altra forma di sostegno economico.
Ci sono al vaglio anche le proposte considerate dalla Commissione Lavoro della Camera. L’idea è di una flessibilità generalizzata a partire da 62 anni e 7 mesi di età e 35 di contributi. In questo caso bisognerebbe considerare una riduzione dell’assegno dell’8% e la contestuale quota 41 per i lavoratori precoci.
Si parla anche dell’estensione dell’opzione donna, che permette alle lavoratrici di uscire con 57 anni e 3 mesi e 35 di contributi.