Pensioni

Proposta pensione a 62 anni con 20 anni di contributi: le richieste dei sindacati

La riforma pensioni potrebbe portare in dote novità sulla pensione anticipata a 62 anni. I sindacati chiedono al governo di “Cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani”. L’urgenza principale riguarda la possibilità di permettere ai lavoratori di andare in pensione a 62 anni di età.

Altri temi caldi sono quelli relativi al rendere gratuite le ricongiunzioni (ora onerose) dei contributi versati in diverse gestioni, rendere riconosciuti previdenzialmente il lavoro di cura dei familiari e modificare il sistema contributivo che al momento sembra condannare i giovani a una pensione fantasma considerate le difficoltà che ci sono nel mondo del lavoro in questi anni.

I sindacati spiegano che: “Devono essere inseriti elementi correttivi sul funzionamento del sistema contributivo in grado di assicurare un trattamento pensionistico adeguato e dignitoso anche a chi svolge e ha svolto lavori saltuari, discontinui, con retribuzioni basse o è entrato tardi nel mercato del lavoro. Forme d’integrazione ai trattamenti bassi devono essere riaffermate anche per le pensioni future, calcolate con il metodo contributivo.

Occorre ripensare la gestione separata INPS che, a fronte di un progressivo aumento della contribuzione, accorda tutele diverse e minori agli iscritti, rispetto alla generalità dei lavoratori. È anche utile promuovere schemi di solidarietà intergenerazionale, attraverso il ricorso alla contribuzione figurativa, per incentivare l’utilizzo volontario del part time fra i lavoratori anziani negli ultimi anni della carriera lavorativa, collegandolo all’assunzione dei giovani, secondo le modalità previste dagli accordi collettivi.”

Altro tema caldo quello della flessibilità in uscita considerato dallo Stato insostenibile, se non con penalizzazioni per ogni anno di uscita anteriore al previsto. I sindacati insistono per la soglia minima dei 62 anni di età o il sistema delle “quote” che somma età e contributi. In questo senso c’è apertura per una penalizzazione sull’assegno pensionistico in cambio dell’uscita anticipata, purchè non derivi dal penalizzante metodo contributivo dell’assegno previdenziale. I lavoratori precoci sperano nella Quota 41 per la pensione anticipata, che sia esente da penalizzazioni e limiti di età. Dopo il 2 aprile si aspettano le risposte del governo che non potrà restare insensibile alla mobilitazione.