Pensioni

Abolizione legge Fornero: riforma pensioni dovrebbe consentire l’accesso alla pensione senza penalizzazioni con un anticipo massimo di 3 anni e 7 mesi

I danni dei provvedimenti Fornero (probabilmente necessari in quel momento storico sotto il Governo Monti, ma comunque deleteri per molte categorie della popolazione) si fanno ancora sentire. Dici Riforma Fornero e dici esodati, categoria di lavoratori che è rimasta intrappolata n un limbo dal quale è difficile uscire, fuori dal mondo del lavoro ma non ancora abilitati a ricevere la pensione. A questa categoria di lavoratori il governo ha riservato attenzioni particolari, con l’istituzione di una serie di salvaguardie che hanno via via risolto il problema. L’ottava salvaguardia dovrebbe essere quella in grado di risolvere definitivamente la questione.

Questione esodati

Ma la strada principale da percorrere per risolvere la questione esodati è sicuramente quella relativa alla flessibilità delle pensioni. Garantire un’uscita in tempi adeguati al mondo del lavoro rappresenta la strada principale per assicurare una età pensionabile adeguata. La pensione anticipata rappresenta un costo per lo Stato, che ha però a disposizione molte strade per risolvere la questione. Una di queste è il prestito pensionistico, che però metterebbe in campo forze come le compagnie assicuratrici e le banche che molti vorrebbero tenere fuori dal settore pensioni.

Accesso all’Inps

Il nuovo pacchetto di misure per agevolare l’accesso all’Inps è in dirittura d’arrivo. La riforma pensioni dovrebbe consentire l’accesso alla pensione senza penalizzazioni con un anticipo massimo di 3 anni e 7 mesi per circa 34 mila persone. In questo modo varranno anche i 30-36 anni di versamenti. Merito dell’Ape social, pensata per chi ha perso il lavoro in età avanzata avendo esaurito le altre risorse di welfare. Ne beneficerà chi assiste coniugi o parenti disabili, ha una disabilità riconosciuta dallo Stato per almeno il 74% o rientra all’interno di 11 specifiche tipologie di lavoro pesanti.

Pensioni 

L’Inps però non è in grado di far fronte a tutti i problemi che ci sono al momento, e lo Stato non può intervenire in maniera adeguata a sostenere le disastrate casse dell’istituto previdenziale, che secondo molti è destinato al collasso entro pochi anni. Lo Stato ha dovuto attingere molto spesso a fondi destinati a uno scopo per altro. E’ il caso proprio degli esodati, che hanno visto distratti i fondi per sostenere l’opzione donna.

Assegno previdenziale da rivedere

Sono oltre 500mila gli italiani che ricevono un assegno previdenziale dagli anni ’80. Lo sostiene uno studio realizzato dall’Istituto pubblico di previdenza in merito alle pensioni di vecchiaia e anzianità erogate per il settore pubblico e privato. Sono dati che comprendono anche i trattamenti di reversibilità.

Pensione precoci

Non da meno la vicenda dei lavoratori precoci, quella categoria di aspiranti pensionati che hanno iniziato a lavorare molto presto per via di condizioni sociali particolari, e che spesso hanno anche fatto lavori usuranti. Per via dei meccanismi adesso in vigore nel sistema pensionistico italiano, si vedono negato il diritto ad andare in pensione.

Evidente dunque come ci siano molti aspetti della questione ancora da valutare e sui quali intervenire. La sensazione è che si sia giunti a un crocevia e difatti le ultime notizie sulle pensioni lasciano intendere che il Governo sia vicino a una soluzione. Che però non sarà sufficiente se fine a se stessa, perchè il tema delle pensioni va curato costantemente in modo da garantire i giusti diritti a coloro i quali dopo una vita di lavoro hanno la speranza di godere una vecchiaia dignitosa.

Il Welfare non basta

La cifra stanziata per la riforma delle pensioni e del welfare arriva a 2,33 miliardi di euro anno per anno: sono i calcoli della Uil, che ha diviso i sette miliardi di euro stanziati su base triennale. La piattaforma sindacale aveva avanzato richieste per 2,5 miliardi di euro l’anno.

“Io credo che risolvere il problema di chi diventa povero a seguito di una riforma che ha spostato di sette anni il momento della pensione sia una cosa da affrontare adesso”. Sono le parole del Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano. Sulla flessibilità previdenziale in età avanzata Damiano specifica che “non vuol dire ignorare il problema dei giovani. Anche perché con la flessibilità che io ho voluto tre anni fa (per fortuna è entrata nell’agenda del Governo) teorizzavo il fatto di anticipare la pensione e rendere flessibile il sistema, per aprire le porte del lavoro ai giovani: diamo una mano ai giovani”.

Disobbedire all’Europa

Damiano ha espresso il suo pensiero sull’austerità: “dobbiamo disobbedire all’Europa. La Francia, che ha un debito al 95% è sopra il 4%, non parliamo della Spagna. Io vorrei chiedere alla Germania: ma come mai se la regola Europea sul surplus prevede un tetto non viene rispettata? E poi chiedo all’Europa, ma come mai le quote dei migranti non ve le prendete? Allora, un sorvegliato speciale come noi non è accettabile, perché noi dobbiamo subire dei pesi che non vengono alleviati dalle politiche europee. Io dico, bene che il deficit sia al 2,4%, abbiamo bisogno di quelle risorse per rompere il dogma dell’austerità che non può star bene all’Italia”.