Pensioni

Riforma Fornero: misure di agevolazione per la pensione per i lavoratori con lunghe carriere contributive

Per una volta l’ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero, potrà ricevere il plauso dei pensionati, perchè le ultime notizie sulle pensioni dicono che si è dichiarata favorevole ad introdurre misure di agevolazione per la pensione per i lavoratori con lunghe carriere contributive. Certo forse ancora troppo poco per rivalutare la sua immagine compromessa dalla sua stessa legge, ma sicuramente un passo in avanti. L’idea è quella di modificare la legge Fornero inserendo alcune tutele anche per i lavoratori precoci.

Lo propone lo stesso ex ministro del Lavoro, autrice della Riforma pensioni più vituperata della storia del nostro Paese. Il progetto rientrerebbe nel quadro delle revisioni del Governo sulla flessibilità in uscita. “E’ un correttivo che può essere preso in considerazione” ha spiegato la Fornero. I vantaggi riguarderebbero i lavoratori che hanno lunghe carriere contributive, anche superiori a 40 anni. La Fornero ha spiegato che si tratta di lavoratori costretti a mansioni usuranti “che non sono state tenute in debita considerazione dalla Riforma del 2011”.

Una soluzione potrebbe essere quella di rivedere un tetto massimo all’anzianità contributiva. Una volta raggiunto questo limite, sarà possibile andare in pensione. Il vantaggio sarebbe l poter prescindere dai futuri adeguamenti alla speranza di vita previsti dalla legislazione attuale.

E’ opportuno infatti ricordare che al momento la Legge del 2011 prevede che i precoci raggiungano 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne (42 anni e 10 mesi gli uomini) per accedere alla pensione anticipata. Un requisito che sembra irraggiungibile dal momento che si adegua continuamente alla stima di vita e quindi potrebbe salire di altri 4-5 mesi a seconda dello scenario demografico che sarà certificato alla fine del prossimo anno dall’Istat.

Alcuni scenari ipotizzano che si possa arrivare anche a 45 anni di contributi. Ecco perchè bloccare gli adeguamenti alla speranza di vita per i precoci significherebbe dare qualche certezza in più a questa categoria.

Una risposta a chi aspetta di reintrodurre la quota 41, abbassando cioè a 41 anni di contributi il requisito per l’accesso alla pensione anticipata, unificandolo sia per gli uomini che per le donne.

In attesa di risposte a stretto giro di posta per gli esodati in tema ottava salvaguardia, continuano i lavori per la riforma del sistema previdenziale con la prossima legge di Stabilità. Il problema è che i primi segnali non sono incoraggianti, considerato che si concretizzano nella proposta del presidente del consiglio Matteo Renzi, che chiamerà Ape, acronimo di anticipo pensionistico.

Una proposta che comporterà: anticipo dell’età pensionabile di tre anni rispetto ai requisiti attuali; coinvolgimento del settore bancario ed assicurativo che si faranno carico dell’anticipo delle somme agli interessati tramite l’Inps; restituzione del prestito attraverso rate ventennali sulla pensione con fiscalizzazione degli oneri per gli assegni di bassa entità. E molti già si sono detti contrari a questo tipo di meccanismo.