Pensioni

Riforma pensioni: Ape, usuranti, opzione donna

La Riforma Pensioni potrebbe vedere la luce entro fine anno e il Governo annuncia un accordo su Ape e Precoci. Il sottosegretario alla Presidenza Nannicini spiega che “Vogliamo arrivare a settembre con un quadro definito. Tutti ci auguriamo che ci sia qualcosa da firmare insieme ai sindacati. L’orizzonte temporale è questo. Dobbiamo accelerare”.

Come detto più volte le ultime notizie sulle pensioni fanno immaginare che il Piano del Governo non sarà pronto prima della fine di settembre. Tommaso Nannicini ha spiegato che “non potremo rispondere a tutti i punti sul tavolo, ci vorrebbe uno sforzo finanziario che al momento non è nelle nostre possibilità“. “Vogliamo arrivare a settembre con un quadro definito. Tutti ci auguriamo che ci sia qualcosa da firmare insieme ai sindacati. L’orizzonte temporale è questo. Dobbiamo accelerare”.

Nei giorni in cui si fanno passi avanti importanti per l’ottava salvaguardia esodati, le certezze sulle novità in tema pensioni sono l’approvazione dell’Ape, vale a dire sconto di tre anni sulla pensione di vecchiaia con obbligo per il lavoratore di restituire il prestito mediante un prelievo ventennale sulla rata di pensione graduato in funzione del reddito pensionistico e della condizione lavorativa.

Il Governo poi è orientato verso una maggiorazione convenzionale dell’anzianità contributiva per i lavoratori precoci che hanno lavorato durante la minore età. Ciò vuol dire che questa maggiorazione verrà considerata a seconda di come verrà calibrato l’intervento, sino a 2 anni di anticipo sugli attuali requisiti per conseguire la pensione anticipata.

Probabile poi l’archiviazione della penalizzazione anche dopo il 2017. Buone possibilità anche di ratificare un cumulo gratuito dei periodi assicurativi per chi possiede carriere discontinue e un ampliamento dei lavori usuranti. Da non sottovalutare la possibilità del sì al un intervento a favore delle pensioni minime con l’attribuzione della quattordicesima anche ai redditi pensionistici sino a 1000-1200 euro al mese (contro i 750 euro attuali). Ma non è da escludere anche una ulteriore estensione della no tax area per le pensioni più basse oltre a un sostegno fiscale alla previdenza integrativa.

L’Ape dovrebbe prevedere una penalità molto favorevole, circa dell’1% l’anno, che si abbasserebbe a “quasi zero” per chi versa in condizioni di bisogno. Si arriverebbe a ciò mediante specifiche detrazioni fiscali. Una misura pensata per i lavoratori che hanno esaurito la durata degli ammortizzatori sociali, Naspi e mobilità continuando a versare in stato di disoccupazione.

Il Governo per questa fascia di lavoratori ha pensato di fare in modo che anticipare l’uscita di tre anni costerà sino al 3% dell’assegno pieno. Nannicini: “l’APE non sarà un mutuo perché non rischi niente, né rischiano i tuoi eredi; e non si andrà in banca per ottenerlo ma all’Inps”.

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti ha parlato anche dei lavori “usuranti”, per i quali previsto uno specifico intervento, spiegando che ad oggi «sono 7.070 le lavora­trici che hanno ottenuto la pensio­ne con decorrenza successiva al 31 dicembre 2015». Il relativo onere finanziario in ragione d’anno «è pari a 63,3 milioni di euro ­ ha aggiunto Poletti ­ e posso assicurare che da parte del ministero verrà disposto l’impiego delle risorse non utilizzate per interventi con finalità analoghe a quella di “opzione donna”, compreso la prosecuzione della sperimentazione in modo tale da rispettare piena­mente e puntualmente il dettato normativo».